Spazio: ultima frontiera. Queste sono le avventure di Max Space, una startup audace la cui missione è espandere gli orizzonti dell’umanità con habitat e stazioni spaziali gonfiabili che possono essere grandi anche come un intero stadio. Il loro obiettivo? Rendere l’esplorazione e la colonizzazione dello spazio accessibili come mai prima d’ora. Là, dove nessun uomo della classe media ha mai messo i suoi soldi.
E qui ci starebbe bene la musica della sigla di Star Trek, che ora vi sto facendo con la bocca anche se non mi sentite.
Un render di habitat spaziale gonfiabile. Immagini: Max Space
Il sogno di vivere e lavorare nello spazio sarà realtà?
Max Space, guidata dai cofondatori Aaron Kemmer e Maxim de Jong, sta sviluppando una serie di habitat spaziali gonfiabili che promettono di rivoluzionare il modo in cui l’umanità esplora e colonizza lo spazio. Questi moduli, che possono raggiungere dimensioni paragonabili a quelle di uno stadio, sono progettati per offrire un ambiente confortevole e spazioso per vivere, lavorare, condurre ricerche e persino divertirsi nello spazio.
La chiave dell’innovazione di Max Space, neanche a dirlo, risiede nella tecnologia gonfiabile. I loro habitat sono progettati per essere impacchettati in modo compatto e stivati su un razzo, per poi espandersi una volta raggiunta l’orbita. Questa soluzione ingegnosa consente di risparmiare spazio prezioso durante il lancio e di creare stazioni spaziali e strutture spaziose e confortevoli una volta dispiegate nello spazio.
Una parte del team Max Space con uno degli habitat di test
Un viaggio di 25 anni verso l’infinito e oltre
La strada verso questi rivoluzionari habitat spaziali non è stata breve. Maxim de Jong, che ha partecipato a numerosi programmi NASA incentrati sull’abitazione spaziale, ha progettato e costruito i primi due scafi a pressione per stazioni spaziali gonfiabili circa 20 anni fa, chiamati Genesis I e II.
Nonostante il successo di questi prototipi (che orbitano ancora intorno alla Terra), De Jong ha capito che per raggiungere le dimensioni necessarie per ospitare l’umanità nello spazio era necessario un approccio completamente nuovo.
Leggerezza, efficienza e risparmio: la ricetta di Max Space
Dopo quasi un quarto di secolo in ricerca e innovazione, il team di Max Space ha sviluppato un design che promette di offrire il miglior rapporto massa-volume tra tutte le architetture pressurizzate esistenti, inclusi i moduli in alluminio, titanio e materiali compositi. Questa leggerezza si traduce in un notevole risparmio sui costi di produzione e di lancio, rendendo l’esplorazione spaziale più accessibile che mai.
Stazioni spaziali a confronto
Per darvi un esempio, la Stazione Spaziale Internazionale ha richiesto più di 40 voli e un investimento di oltre 100 miliardi di dollari per essere costruita. Max Space stima di poter fornire un volume equivalente a un costo di soli 200 milioni di dollari, incluso il lancio. Al prezzo di una ISS, 500 stazioni spaziali gonfiabili. Questa riduzione dei costi apre la porta a un futuro in cui l’umanità potrà espandersi nello spazio in modo più sostenibile ed efficiente.
Stazioni spaziali, habitat, avamposti. Piuttosto versatile.
2026, appuntamento con la Storia
Durante il recente Space Symposium a Colorado Springs, Aaron Kemmer ha annunciato che Max Space prevede di lanciare i suoi primi habitat gonfiabili con SpaceX nel 2026.
Il futuro è un rapporto maturo tra la speranza e la concretezza: dalle stazioni spaziali alle fattorie orbitali, dalle destinazioni turistiche ai campi sportivi spaziali, le possibilità offerte da questa tecnologia sono limitate solo dalla nostra immaginazione. Vediamo se questa idea si espanderà o finirà “sfiatata”.
L’articolo Stazioni spaziali grandi come stadi: il sogno “gonfiabile” di Max Space è tratto da Futuro Prossimo.
Spazio, Stazione spaziale