WikiLeaks ha annunciato che il suo fondatore, Julian Assange, è finalmente libero. Dopo anni di battaglie legali, reclusione e controversie internazionali, Assange si prepara a chiudere un capitolo della sua vita con un patteggiamento negli Stati Uniti. Questa notizia segna il passaggio di un’era per WikiLeaks, l’inizio di una nuova fase nella lotta per la trasparenza o l’anticamera di qualcos’altro?
La fine di una lunga odissea e l’annuncio di WikiLeaks
Il 24 giugno 2024 Julian Assange ha lasciato il carcere di massima sicurezza di Belmarsh, dove ha trascorso 1901 giorni. Questa liberazione segna la fine di un periodo di detenzione che ha attirato l’attenzione mondiale e sollevato interrogativi sulla libertà di stampa e sui limiti del giornalismo investigativo nei sistemi politici occidentali.
Secondo il comunicato di WikiLeaks, Assange è stato rilasciato su cauzione dall’Alta Corte di Londra. Ha lasciato il Regno Unito dall’aeroporto di Stansted, un dettaglio che suggerisce una partenza discreta e pianificata con cura.
Il patteggiamento imminente
Il rilascio di Assange è legato a un imminente patteggiamento negli Stati Uniti. Documenti del tribunale indicano che Assange si dichiarerà colpevole, ma di un solo capo d’accusa: la violazione dell’Espionage Act per aver “consapevolmente e illegalmente cospirato con Chelsea Manning” per pubblicare documenti militari classificati americani nel 2010.
Si prevede che Assange sarà condannato a 62 mesi di carcere, con credito per il tempo già scontato nella prigione britannica. Questo accordo gli permetterà dunque di tornare libero e di rientrare in Australia, il suo paese natale. Contrattempi permettendo.
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Il contesto storico: WikiLeaks e le rivelazioni del 2010
Per chi si fosse collegato con la realtà solo da poco, serve comprendere appieno l’importanza di questo evento. Per questo è necessario ricordare il contesto delle rivelazioni di WikiLeaks del 2010. Più di 700.000 documenti trapelati da Chelsea Manning rivelarono al mondo le azioni deprecabili degli Stati Uniti nelle guerre in Afghanistan e Iraq. Tra questi, il famigerato video “Collateral Murder”, che mostrava piloti di elicotteri americani uccidere un gruppo di civili a Baghdad, inclusi due giornalisti della Reuters.
Anche Chelsea Manning, la fonte principale di queste rivelazioni, ha vissuto la sua odissea legale. Condannata inizialmente a 35 anni di carcere, la sua sentenza fu commutata da Barack Obama nel 2017. La sua vicenda si intreccia strettamente con quella di Assange, evidenziando le complesse implicazioni legali ed etiche del whistleblowing.
E ora cosa succede?
La liberazione di Assange e il suo imminente patteggiamento stanno suscitando reazioni contrastanti in tutto il mondo. I sostenitori della libertà di stampa vedono questo sviluppo con cauto ottimismo, sperando che possa portare alla soluzione di un caso che ha messo in luce le tensioni tra sicurezza nazionale e diritto all’informazione.
I critici di Assange e WikiLeaks vedono questo risultato come una conferma delle loro accuse di irresponsabilità nella gestione di informazioni sensibili. I critici degli USA pongono dubbi sulla tolleranza degli Stati Uniti alla verità dei fatti, e temono che ora la sorte di Assange sia a rischio di suicidio o di casuale incidente. E che ne sarà di WikiLeaks, la sua creazione?
Il futuro di WikiLeaks
Col suo fondatore finalmente libero ma in procinto di dichiararsi colpevole, quale sarà il futuro di WikiLeaks? L’organizzazione ha continuato a operare anche durante la detenzione di Assange, ma la sua leadership e direzione futura rimangono incerte.
Eppure, mai come oggi serve gente come quella di WikiLeaks. Serve interrogarsi proprio sulla natura del giornalismo nell’era digitale, sul ruolo dei whistleblower e sui limiti della trasparenza governativa nei paesi che ostentano una democrazia fin troppo opaca. Comunque vada, in ogni caso, la storia di Julian Assange e WikiLeaks è lungi dall’essere finita. Le sue azioni continueranno a influenzare il dibattito sulla libertà di stampa, la sicurezza nazionale e il ruolo del giornalismo nella società moderna.
Oltre 10 anni dopo, il muro è ancora lí.
L’articolo WikiLeaks, fine di un’era: Assange è libero dopo 1901 giorni di detenzione è tratto da Futuro Prossimo.
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