Le protesi neurali per arti inferiori stanno compiendo un salto qualitativo grazie a una nuova tecnologia sviluppata al MIT. Combinando un innovativo approccio chirurgico con interfacce neurali avanzate, i ricercatori hanno creato protesi che rispondono in modo più naturale ai comandi del cervello, offrendo nuove possibilità ai pazienti amputati.
L’innovazione delle protesi neurali
I ricercatori del MIT guidati da Hugh Herr (una nostra vecchia conoscenza), in collaborazione con il Brigham and Women’s Hospital, hanno dimostrato che è possibile ottenere una camminata davvero naturale. Come? Usando una protesi della gamba completamente guidata dal sistema nervoso del paziente. Questo risultato è stato raggiunto grazie a un nuovo tipo di intervento chirurgico e a un’interfaccia neuroprotesica avanzata.
Il fulcro di questa innovazione? Una tecnica chirurgica chiamata interfaccia mioneurale agonista-antagonista (AMI). Questa procedura ricollega i muscoli nell’arto residuo, permettendo ai pazienti di ricevere un feedback propriocettivo sulla posizione della protesi nello spazio.
Hugh Herr.
Lo studio e i suoi risultati
Lo studio, pubblicato su Nature Medicine (ve lo linko qui), ha coinvolto sette pazienti sottoposti alla chirurgia AMI. I risultati hanno mostrato che questi pazienti erano in grado di camminare più velocemente. Non solo: potevano evitare ostacoli e salire le scale in modo molto più naturale rispetto alle persone con un’amputazione tradizionale.
A differenza delle protesi tradizionali che si affidano a sensori robotici e algoritmi predefiniti, le nuove protesi neurali permettono un controllo neurale completo. Il feedback propriocettivo consente agli utenti di regolare volontariamente la loro andatura secondo necessità.
Vantaggi delle protesi neurali
I pazienti con protesi neurali hanno mostrato cinque fattori assolutamente migliori. Eccoli:
Una velocità di camminata simile a quella delle persone senza amputazioni.
Maggiore facilità nell’aggirare gli ostacoli.
Movimenti più naturali, come puntare le dita dei piedi verso l’alto durante la salita delle scale.
Migliore coordinazione tra l’arto protesico e l’arto intatto.
Capacità di spingere sul terreno con la stessa forza di una persona senza amputazioni.
Tutti elementi estremamente incoraggianti. Per certi versi sbalorditivi.
Il vvideo parla da solo.
Implicazioni future
Questo approccio rappresenta un passo significativo verso l’obiettivo di “ricostruire i corpi umani”, più che far affidamento su controllori e sensori robotici sempre più sofisticati. L’obiettivo è far sì che l’utente percepisca la protesi come parte integrante del proprio corpo.
Le protesi neurali sviluppate dal MIT rappresentano un importante progresso nel campo della riabilitazione e della tecnologia protesica. Con un controllo più naturale e intuitivo, promettono di migliorare significativamente la qualità della vita delle persone con amputazioni, avvicinandole sempre più a un’esperienza di movimento naturale e fluida.
Andiamo!
L’articolo Nuova era per le protesi neurali: camminare come prima dell’amputazione è tratto da Futuro Prossimo.
Tecnologia, protesi