Giappone, 1979 (in Italia arrivò un anno dopo): fa il suo debutto un piccolo dispositivo blu e argento destinato a cambiare per sempre il modo in cui ascoltiamo la musica. Si chiama Walkman, e sembra un lettore di cassette portatile: in realtà è un terremoto. È l’inizio di uno switch culturale che trasformerà le nostre vite quotidiane e ridefinirà il concetto stesso di spazio pubblico e privato. Addirittura? Certo. Ma che ne sanno, i 2000, del futuro di ieri.
Eccolo. Non ce la faccio… Troppi ricordi! (cit.)
La nascita del Walkman
Il Walkman nacque dalla visione innovativa dei co-fondatori di Sony, Masaru Ibuka e Akio Morita, insieme all’ingegnere Kozo Ohsone. L’idea originale era semplice: il “giovane” Ibuka, con i suoi 71 anni, desiderava un dispositivo portatile per ascoltare la sua musica preferita durante i lunghi voli che faceva per lavoro. Questa esigenza personale si trasformò in un progetto che avrebbe rivoluzionato l’industria dell’audio.
I tre fautori del Walkman. : da sinistra a destra Masaru Ibuka e Akio Morita (ideatori) e Kozo Ohsone (sviluppatore).
Il primo modello di Walkman, il TPS-L2, fu lanciato il 1° luglio 1979 in Giappone. Costava 39.500 yen, equivalenti a circa 150 dollari dell’epoca. Il dispositivo presentava una custodia in metallo blu e argento, pesava 400 grammi e aveva due funzioni: riproduceva cassette e permetteva di parlare con un altro possessore di Walkman. Lo sapevate? Sissignore. Il primo Walkman aveva una funzione “hotline” che fu tolta (non chiedetemi perché) dalle versioni europee arrivate nel Vecchio continente i mesi successivi.
Nonostante lo scetticismo iniziale di rivenditori ed esperti del settore, Sony decise coraggiosamente di produrre una serie iniziale di 30.000 unità, dimostrando grande fiducia nel potenziale del prodotto. Una fiducia premiata con oltre 400 milioni di esemplari venduti nel mondo.
Una locandina promozionale degli esordi.
L’impatto del Walkman nella società
Il Walkman di Sony ha profondamente ridisegnato gli spazi pubblici e le interazioni sociali introducendo l’idea di godersi dei veri e propri “paesaggi sonori” personali e portatili. Questo fenomeno, chiamato “effetto Walkman” dal musicologo Shuhei Hosokawa, permetteva agli utenti di creare i propri ambienti audio privati mentre si muovevano in contesti urbani.
Il dispositivo consentiva agli ascoltatori di avere delle vere e proprie colonne sonore personali, trasformando attività quotidiane in esperienze cinematografiche. Ricordate la sensazione provata la prima volta che avete indossato quelle cuffie?
Come per tutte le cose ignote, anche questa nuova autonomia suscitò critiche: alcuni che vedevano il Walkman come come uno strumento di tremendo isolamento e narcisismo. Un mezzo per suicidarsi, finendo sotto un’auto mentre distratti dalla musica. Ad ogni epoca i suoi giudici, i suoi moralisti ed i suoi censori.
Mettiamo da parte queste preoccupazioni, il Walkman ha finito per evolversi con i suoi utenti, sempre più consapevoli e “sobri” nel suo utilizzo.
Uno strumento cresciuto nel tempo. E poi sparito
Il Walkman Sony ha subito una significativa evoluzione tecnologica dal suo design iniziale basato sulle cassette ai formati digitali. Il modello originale TPS-L2 riproduceva cassette e presentava innovativi auricolari leggeri. Con l’avanzare della tecnologia, Sony introdusse lettori CD Walkman negli anni ’80 e ’90, con una migliore qualità del suono.
La rivoluzione digitale alla fine degli anni ’90 e all’inizio degli anni 2000 (col boom dei peer-to-peer come Napster) portò allo sviluppo di lettori Walkman MP3, in aperta (e ahimè perdente) competizione con dispositivi come l’Apple iPod. Sony continuò ad adattarsi, creando lettori audio digitali di alto livello sotto il marchio Walkman, con modelli come le serie A10 e ZX lanciati nel 2014.
Era il canto del cigno: nonostante questi progressi, Sony finì per crollare sotto i colpi di smartphone e servizi di streaming, che alla fine segnarono il nuovo modo di consumare musica in movimento.
L’eredità del Walkman
Il Sony Walkman ha lasciato un’impronta indelebile nella cultura pop: dalle serie anime alle scene epiche (celebre quella del “Il tempo delle mele”). Un simbolo di libertà audio personale. Di recente il film Marvel “I guardiani della Galassia” lo ha rispolverato per un effetto amarcord gradito anche alle generazioni più giovani.
L’impatto di questo aggeggio va ben oltre il suo ruolo di dispositivo musicale. Ha cambiato il modo in cui interagiamo con la musica e con l’ambiente circostante. Ha aperto la strada a una nuova era di dispositivi portatili, influenzando direttamente lo sviluppo di lettori MP3, smartphone e altri dispositivi audio personali. Non a caso, nella classifica dei dispositivi più influenti di tutti i tempi stilata da Time, il Walkman è 4°. (Volete conoscere i primi tre? Chiedetemelo su Facebook).
In sintesi
Il concetto di colonna sonora personale, introdotto dal Walkman, è ormai parte integrante della vita quotidiana di molte persone. L’idea di poter portare con sé la propria musica ovunque, una volta rivoluzionaria, oggi sembra scontata ma fu dirompente.
La sua eredità continua a vivere nei dispositivi moderni e nelle abitudini di ascolto contemporanee. E ci ricorda che anche le idee più semplici possono scavare un solco profondo e duraturo sulla società. Specialmente se guidati dal potere della musica di connettere, ispirare e trasformare le vite delle persone.
L’articolo Walkman: il DJ tascabile che ha cambiato la colonna sonora del mondo è tratto da Futuro Prossimo.
Il futuro di ieri, device, musica