Se pensate che ricomporre un vaso rotto sia difficile, provate a immaginare di ricostruire un’epopea antica di 3000 anni da minuscoli frammenti di argilla. Questo è il compito titanico che gli studiosi dell’epopea di Gilgamesh hanno affrontato per generazioni. Ora però hanno un nuovo, potente alleato: l’intelligenza artificiale.
Il progetto Fragmentarium: l’IA al servizio dell’archeologia
Un team guidato dal professor Enrique Jiménez dell’Università Ludwig Maximilian di Monaco ha sviluppato un progetto innovativo chiamato Fragmentarium (eccovi qui la ricerca). Questo sistema di intelligenza artificiale sta rivoluzionando il campo dell’assiriologia, la disciplina che studia le antiche civiltà mesopotamiche e i loro testi cuneiformi.
Fragmentarium utilizza l’apprendimento automatico per analizzare e abbinare frammenti di tavolette digitalizzate a una velocità notevolmente superiore rispetto a quella di un assiriologo umano. Questo approccio ricorda il recente successo dell’IA nella ricostruzione dei papiri di Ercolano, carbonizzati dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., dimostrando il potenziale della tecnologia nel recupero di testi antichi.
Risultati sorprendenti nell’epopea di Gilgamesh
Dal 2018, il team di Jiménez ha abbinato con successo oltre 1.500 frammenti di tavolette, di cui 20 appartengono all’epopea di Gilgamesh. Queste nuove scoperte aggiungono dettagli a più di 100 righe dell’epica, offrendo “intuizioni intriganti sulla storia”, come afferma lo stesso Jiménez.
Tra le nuove rivelazioni:
Un viaggio di Gilgamesh ed Enkidu a Nippur dopo aver ucciso il mostro Humbaba.
Dettagli sugli sforzi di Enkidu per convincere Gilgamesh a non uccidere Humbaba.
Una preghiera della madre di Gilgamesh al dio sole riguardo Enkidu.
Nuovi dettagli sul racconto del diluvio di Utnapishtim.
Antico testo cuneiforme su tavoletta di argilla. Immagine: Depositphotos
L’impatto sulla comprensione dell’epopea
Il professor Benjamin R. Foster di Yale, che ha collaborato con il team di IA per alcune traduzioni in inglese, sottolinea l’importanza di queste scoperte. Ad esempio, una singola parola aggiunta al racconto di Utnapishtim sul diluvio getta nuova luce sulla sua psicologia:
“Non avevamo la parola ‘prodigo’ prima,” ha detto Foster. “E secondo me, si sente in colpa perché sa che tutte le persone che lo stanno aiutando a costruire l’arca saranno annegate tra pochi giorni.”
Il futuro della ricerca sull’epopea di Gilgamesh
Gli assiriologi concordano sul fatto che molti altri frammenti dell’epopea di Gilgamesh e di altre opere della letteratura mesopotamica rimangono ancora da scoprire. Con circa mezzo milione di tavolette d’argilla conservate nelle collezioni mesopotamiche di vari musei e università in tutto il mondo, il potenziale per future scoperte è immenso.
Jiménez e il suo team stanno ora collaborando con i colleghi del Museo dell’Iraq a Baghdad, sperando di trovare altri pezzi dell’epopea. Nel frattempo, le nuove scoperte stanno già fornendo agli studiosi molto materiale su cui riflettere.
L’epopea di Gilgamesh: un testo vivo
Sophus Helle, autore di una recente traduzione dell’epopea, sottolinea come il testo continui a rivelarsi:
“È così antico eppure così vivo, e ha continuato a cambiare mentre ci stavo lavorando,” ha detto. “Lo paragono a dipingere un modello che non sta fermo.”
Questa natura dinamica dell’epopea di Gilgamesh, ora amplificata dalla potenza dell’IA, promette di mantenere vivo l’interesse e la ricerca su questo testo antico per le generazioni a venire.
L’uso dell’intelligenza artificiale nella ricostruzione dell’epopea di Gilgamesh rappresenta un affascinante incontro tra l’antico e il moderno. Proprio come i papiri di Ercolano sono stati riportati in vita grazie all’IA, così l’epopea di Gilgamesh sta rivelando i suoi segreti attraverso la tecnologia più avanzata.
In sintesi? Un’epopea nell’epopea.
L’articolo Epopea di Gilgamesh, nuove rivelazioni dagli studi con l’IA è tratto da Futuro Prossimo.
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