Il confine tra uomo e macchina si fa sempre più sottile. Fourier, l’azienda cinese di robotica, ha appena alzato il sipario sul suo ultimo sviluppo tecnologico: GR-II. Questo robot umanoide non è il solito upgrade incrementale. È un balzo in avanti che fa sembrare il suo predecessore, GR-1, quasi primitivo al confronto. E pensare che GR-1 era già una meraviglia della tecnologia quando fu presentato nel 2023. Ma Fourier non si è adagiata sugli allori. In soli sei mesi, ha trasformato GR-1 da assistente per anziani a un vero e proprio tuttofare robotico.
Il nuovo GR-II si presenta come un prodotto più raffinato e versatile, pronto a servire una clientela più ampia e variegata. Non più confinato al ruolo di badante hi-tech, GR-II aspira a diventare un assistente universale, capace di integrarsi in molteplici contesti della nostra vita quotidiana.
Visione artificiale: gli occhi del futuro
GR-1 e GR-II sono dotati di una loro “visione”.
Una delle innovazioni più sorprendenti di GR-II è il suo sistema di visione artificiale. Fourier ha implementato un sistema basato esclusivamente su telecamere, dotando il robot di una percezione dell’ambiente a 360 gradi. Utilizza modelli transformer (a fine paragrafo vi dico cosa sono, per chi non lo sapesse) per “tradurre” l’ambiente intorno a lui in un set di informazioni spaziali, che poi legge e interpreta per capire alla perfezione ciò che lo circonda. Questa tecnologia permette al Fourier GR-II di creare una mappa tridimensionale del suo ambiente in tempo reale, identificando oggetti e persone con una precisione quasi umana. È come se avesse sviluppato un sesto senso, anzi: un “senso generale”.
Un modello Transformer è un tipo di architettura di rete neurale che ha rivoluzionato il campo dell’intelligenza artificiale, in particolare nell’elaborazione del linguaggio naturale (NLP). Introdotto per la prima volta nel 2017 dai ricercatori di Google Brain nel famoso articolo “Attention Is All You Need”, il Transformer si distingue per il suo utilizzo del meccanismo di attenzione, che consente al modello di dare più peso a parti specifiche dell’input in base alla loro rilevanza. Nel caso di Fourier, i modelli Transformer sono stati adattati per compiti di visione artificiale, come il riconoscimento delle immagini e la generazione di immagini realistiche. Se volete approfondire, qui c’è un buon contenuto.
Mobilità e destrezza: una danza meccanica
La locomozione di GR-II è stata notevolmente migliorata. Se GR-1 si muoveva con la goffaggine di un neonato, GR-II si muove con la goffaggine di un tipo con la diarrea (la prossima volta trovo un paragone migliore, oggi mi viene questo). Può eseguire movimenti complessi come mezzi squat, torsioni della vita e persino pugni aerei. Neanche la “forza bruta” è stata trascurata: GR-II può sollevare fino a 50 kg, una capacità che lo rende non solo un assistente, ma un vero e proprio collaboratore in compiti che richiedono sforzo fisico.
Ad ogni modo, la vera magia di Fourier GR-II risiede nella sua capacità di interagire con gli umani. L’integrazione di sistemi di interazione vocale e interfacce cervello-computer apre scenari prima inimmaginabili. GR-II non si limita a eseguire comandi, ma può comprendere il contesto, interpretare le emozioni e rispondere in modo appropriato. È come avere un assistente che non solo capisce cosa dici, ma (in modo rudimentale) anche cosa provi.
Fourier e il futuro co-creato
GR-II non è solo un prodotto, è un manifesto tecnologico. Rappresenta la visione di Fourier (e non solo) di un prossimo futuro in cui grazie all’embodiment e all’apprendimento per imitazione gli uomini e robot collaborano in armonia, ciascuno potenziando le capacità dell’altro. La domanda non è più “se” accadrà, ma “come” gestiremmo questa nuova era di coesistenza uomo-macchina. GR-II e i suoi “simili” stanno bussando alla porta del nostro presente. E hanno intenzione di restare.
L’articolo Fourier alza l’asticella: GR-II, il nuovo standard dei robot umanoidi è tratto da Futuro Prossimo.
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