Il sogno di vedere delle capsule sfrecciare all’interno di capsule depressurizzate è ferito, ma non è morto. Nel nord dei Paesi Bassi, un test Hyperloop ha appena segnato un importante traguardo nel futuro di questo mezzo di trasporto.
Un grande passo per l’Hyperloop, un piccolo passo per l’umanità
Nel tranquillo paesaggio olandese di Veendam ha preso forma (o ripreso, se preferite) qualcosa di interessante. Lontano da clamore mediatico e promesse altisonanti, un team di ingegneri ha continuato a lavorare per assemblare pazientemente il futuro dei trasporti, pezzo dopo pezzo.
L’ultimo test Hyperloop, condotto dalla società Hardt, ha dimostrato che la visione di questi treni ultra veloci non è ancora pronta a finire in soffitta. Una capsula è stata fatta levitare e muovere attraverso un tubo depressurizzato, combinando con successo levitazione, guida e propulsione. Un’orchestra tecnologica perfettamente sincronizzata.
Tecnici lavorano nella sala di controllo del tracciato di prova durante i test hyperloop a Veendam, nei Paesi Bassi settentrionali. Immagine (Associated Press Photo/Peter Dejong)
Dalle stelle alle stalle… e ritorno
Marinus van der Meijs, direttore tecnologico di Hardt, non nasconde l’entusiasmo: “Oggi, col primo test Hyperloop andato a buon fine, siamo riusciti a far levitare il veicolo, attivare il sistema di guida e il sistema di propulsione”. Parole che suonano come musica per le orecchie degli appassionati di tecnologia.
Certo, della leggendaria velocità promessa, questo test Hyperloop non ha mostrato nulla. La capsula ha raggiunto la vertiginosa velocità di… 30 km/h in un tracciato lungo appena 420 metri. Un po’ come festeggiare il lancio di una Ferrari che raggiunge i 50 all’ora. Eppure, in questo apparente paradosso si cela la vera essenza dell’innovazione: piccoli passi che aprono la strada a balzi da gigante. Come qualcuno avrebbe detto una volta: eppur si muove.
Perché questo test Hyperloop è degno di nota
A spiegarlo è Roel van de Pas, direttore commerciale di Hardt Hyperloop, che la mette giù così:
La cosa più difficile che stiamo facendo ora è testare tutte queste funzioni insieme. Levitazione, propulsione, guida, tutte queste funzioni siamo ora in grado di eseguirle come un’orchestra, facendole lavorare insieme.
Sono passati più di dieci anni da quando Elon Musk lanciò l’idea dell’Hyperloop, promettendo viaggi via terra alla velocità degli aeroplani. Da allora, team di tutto il mondo hanno lavorato per trasformare questa visione in realtà. Il progresso è stato lento, a tratti lentissimo. In un caso (Hyperloop One a Dubai, annunciato in pompa magna nel 2016) si è sgonfiato come un palloncino bucato.
Van de Pas però è ottimista: “In Hardt, siamo pronti per le operazioni passeggeri entro il 2030”. Una data che suona al contempo vicina e lontana. In un mondo dove i progetti infrastrutturali spesso richiedono decenni, sette anni sono quasi un battito di ciglia, specialmente se consideriamo i progressi fatti dalla stessa Hardt negli ultimi 5 anni.
Test Hyperloop: il futuro è una maratona, non uno sprint
Non tutti, ovviamente, condividono l’entusiasmo dei tecnici olandesi. Robert Noland, professore alla Rutgers University, considera irrealizzabile l’Hyperloop, sottolineando gli enormi costi infrastrutturali necessari.
Eppure, nonostante gli ostacoli e i fallimenti, l’idea dell’Hyperloop continua a resistere e a progredire. In fondo, il futuro non arriva sempre con un botto assordante. A volte, si avvicina silenziosamente, levitando a 30 km/h in un tubo nel nord dell’Olanda.
L’articolo Chi si rivede: nei test Hyperloop funziona tutto (piano, per ora) è tratto da Futuro Prossimo.
Trasporti, hyperloop