Parcae, i satelliti spia che tennero “in freddo” la Guerra Fredda Futuro Prossimo

Parcae, i satelliti spia che tennero “in freddo” la Guerra Fredda Futuro Prossimo

Era il 1971 quando i servizi segreti USA scoprirono un incubo: le navi da guerra sovietiche Kirov, armate di missili nucleari, potevano sfuggire ai radar. La risposta? Il Programma Parcae, una costellazione di satelliti spia sviluppati dal Naval Research Laboratory. Equipaggiati con antenne ELINT e orologi atomici, questi “orecchi orbitali” triangolavano ogni emissione radio dell’URSS, inviando dati cifrati alle portaerei in 300 secondi. “Era come avere Google Maps per la Marina, ma negli anni 70“, scherza Arthur Collier, ex manager del progetto. Eppure, per 47 anni, Parcae è rimasto un segreto sepolto tra i documenti classificati. Ne avevate mai sentito parlare?

Kirov: quando l’URSS sfidò l’equilibrio del terrore

Le corazzate Kirov erano mostri da 28.000 tonnellate, armati di missili nucleari SS-N-19. Nel 1971, durante esercitazioni segrete, gli USA si resero conto che i loro satelliti spia esistenti impiegavano settimane per elaborare i dati delle navi sovietiche. Troppo tardi per reagire a un attacco. Il Pentagono temeva che l’URSS, grazie a queste navi, potesse violare la dottrina MAD (Mutual Assured Destruction)1. Serviva un sistema in grado di tracciare ogni movimento in tempo reale.

Il Programma Parcae nacque da questa urgenza. “Dovevamo passare dall’intelligence strategica a quella tattica”, spiega Lee Hammarstrom, ingegnere del Naval Research Laboratory. I satelliti precedenti, come GRAB e Poppy, raccoglievano dati utili solo per analisi a lungo termine. Parcae avrebbe invece fornito coordinate precise entro 2 minuti, collegando direttamente lo spazio alle sale operative delle portaerei.

“Non stavamo giocando a scacchi. Era una partita a Risiko, con in palio la sopravvivenza della specie”

Ed Mashman, ingegnere del programma.

Tecnologia Parcae: orologi atomici e il trucco della gravità

Il cuore del sistema erano tre satelliti spia lanciati insieme su un Atlas F, posizionati in orbita a 1.100 km di quota. Ogni satellite aveva un’antenna orientabile e un gravity-gradient stabilization boom: un’asta estensibile con un peso all’estremità che, sfruttando le differenze gravitazionali, manteneva l’apparato sempre rivolto verso la Terra. “Sembrava un origami spaziale”, ride Peter Wilhelm, capo progettista.

La vera innovazione era la triangolazione. I tre satelliti misuravano il tempo di arrivo dei segnali radar sovietici con orologi sincronizzati al nanosecondo. Confrontando i ritardi, calcolavano la posizione della nave con un margine d’errore di 500 metri. Oggi lo chiameremmo GPS passivo, ma a differenza del GPS, Parcae non trasmetteva nulla: ascoltava.

I dati venivano cifrati e inviati via Tactical Receive Equipment, un protocollo sicuro che li rendeva accessibili solo a sottomarini e comandi navali. Un Twitter top secret. Se una Kirov accendeva il radar, arrivava un alert a tempo di record. C’era solo un problema: come identificare ciascuna nave, con precisione, dalla sua impronta radar?

HULTEC: la “carta d’identità” elettronica delle navi nemiche

Oggi è routine, ma negli anni ’70 fu una rivoluzione. Il sistema HULTEC (Hull-to-Emitter Correlation), sviluppato dal NRL, abbinava ogni segnale a uno scafo specifico. “Ogni radar aveva una ‘firma’ unica, come un accento regionale”, spiega Hammarstrom. “Una Kirov emetteva frequenze diverse da un sottomarino Delta, e Parcae le riconosceva”.

I dati grezzi venivano processati da computer SEL-810, antenati degli algoritmi di intelligenza artificiale. Questi “minicomputer” (“mini” per modo di dire: erano comunque grandi come frigoriferi) filtravano milioni di segnali, estraendo solo quelli rilevanti. Come cercare un ago in un pagliaio, mentre il pagliaio è in fiamme. Il risultato? Report come lo Ships Emitter Locating Report, che indicavano tipo, posizione e potenziale minaccia delle navi.

“Con HULTEC, sapevamo non solo dove fosse il nemico, ma chi fosse. Una superpotenza nell’ombra”

Dwayne Day, storico dello spazio.

Parcae oggi: un’eredità tra cybersecurity e guerre stellari

Il Programma Parcae fu ritirato nel 2008, ma la sua eredità vive ancora oggi. Il sistema di comunicazione Tactical Receive Equipment è stato adottato durante la Guerra del Golfo per trasmettere immagini satellitari in tempo reale. Le tecniche di correlazione HULTEC sono usate nella cybersecurity per identificare hacker tramite la loro “impronta” digitale.

E nello spazio? I principi di Parcae ispirano i moderni satelliti ELINT, come quelli della costellazione NROL-151, (quelli, diversamente da Parcae, sono ancora classificati). Parcae, però, ci insegnò che lo spionaggio non è rubare segreti, ma anticipare il futuro. Una lezione attuale, mentre Cina e USA lanciano nuovi satelliti spia per la prossima Guerra (speriamo) Fredda.

  1. La dottrina MAD, acronimo di Mutual Assured Destruction (distruzione reciproca assicurata), è una strategia militare sviluppata durante la Guerra Fredda. Essa si basa sull’idea che, se due potenze nucleari si attaccano, entrambe subirebbero danni catastrofici e inevitabili, portando alla totale distruzione di entrambe le parti coinvolte. ↩

L’articolo Parcae, i satelliti spia che tennero “in freddo” la Guerra Fredda è tratto da Futuro Prossimo.

Il futuro di ieri, Satelliti 

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