Progetto Delilah, la storia perduta dell'assurda invenzione di Turing Futuro Prossimo

Progetto Delilah, la storia perduta dell’assurda invenzione di Turing Futuro Prossimo

Immaginate di poter trasformare un’intera sala di macchine per la crittografia vocale in un dispositivo delle dimensioni di una scatola da scarpe. Chi potrebbe mai riuscirci? Per la verità, qualcuno lo ha fatto: si chiamava Alan Turing, e questa è la storia del suo Progetto Delilah, un’invenzione rimasta nascosta per decenni.

Progetto Delilah: un ponte tra matematica e ingegneria

Il Progetto Delilah rappresenta uno dei capitoli meno noti della carriera del grandissimo Alan Turing, ma anche uno dei più affascinanti. Durante la Seconda Guerra Mondiale, Turing non si dedicò solo a decifrare Enigma, la macchina crittografica tedesca. Si dedicò a sua volta ad un ambizioso obiettivo: miniaturizzare la crittografia vocale, rendendola portatile e utilizzabile sul campo. Il risultato? Fu un sistema composto da tre unità, ciascuna delle dimensioni di una scatola da scarpe, che pesava appena 39 kg , inclusa l’alimentazione.

“Delilah era uno dei primi sistemi basati su rigorosi principi crittografici,” ricordava Donald Bayley , assistente di Turing durante il progetto.

Il sistema si ispirava ai principi delle macchine cifranti per testo, come l’SZ42 tedesco, ma estendeva questi concetti al dominio della voce. Utilizzando una combinazione di circuiti elettronici avanzati e ruote rotanti, Turing riuscì a generare una sequenza di numeri pseudocasuali che venivano aggiunti al segnale vocale per criptarlo.

Come funzionava la cifratura vocale?

Il cuore del Progetto Delilah era un processo di conversione analogico-digitale, simile ai moderni metodi di digitalizzazione del suono. Il segnale vocale veniva “scomposto” in una serie di numeri, ognuno corrispondente alla tensione del segnale in un determinato momento. A questi numeri veniva poi aggiunta una sequenza di “chiavi” pseudocasuali, generata da un modulo composto da cinque ruote rotanti e otto multivibratori.

“La sincronizzazione delle chiavi tra mittente e ricevente presentava difficoltà formidabili,” scrivevano Turing e Bayley nei loro rapporti declassificati.

Una volta trasmesso, il segnale audio criptato veniva decodificato dal ricevente, che sottraeva la stessa sequenza di chiavi per ricostruire il messaggio originale. Nonostante il risultato fosse spesso accompagnato da rumore di fondo e distorsioni, il sistema funzionava e dimostrava un livello di sicurezza senza precedenti.

Delilah: il contesto storico e l’eredità del progetto

Il Progetto Delilah nasceva in un momento in cui la crittografia vocale rappresentava il futuro delle comunicazioni militari. Se il sistema SIGSALY di Bell Labs era enorme e richiedeva una stanza intera per funzionare, Turing immaginava qualcosa di completamente diverso: un dispositivo compatto e trasportabile. Tuttavia, con la fine della guerra, l’interesse militare per il progetto svanì rapidamente.

“Delilah aveva poco potenziale per ulteriori sviluppi,” commentava Bayley in uno di questi manoscritti, “e fu presto dimenticato.”

Nonostante questo, il lavoro di Turing sul progetto lasciò un’impronta significativa. Le competenze acquisite durante i due anni trascorsi a Hanslope Park si rivelarono fondamentali per i suoi successivi contributi alla progettazione di computer elettronici, come l’ACE (Automatic Computing Engine).

Turing l’ingegnere: un talento multidisciplinare

Il Progetto Delilah ci offre una prospettiva unica su Turing: non solo come matematico e logico, ma anche come ingegnere elettronico. Prima del 1943, la sua esperienza pratica in elettronica era limitata, ma la sua capacità di apprendimento rapido lo portò a padroneggiare concetti avanzati in pochissimo tempo.

I documenti sopravvissuti, noti come “carte Bayley,” includono appunti dettagliati su esperimenti con multivibratori, analisi di Fourier e il teorema della larghezza di banda, oggi noto come teorema di Nyquist-Shannon . Questi appunti, insieme alle lezioni serali che Turing tenne per giovani ingegneri, dimostrano la sua profonda comprensione della matematica applicata ai circuiti elettronici.

“Ammiravo l’originalità della sua mente,” ricordava Bayley. “Mi insegnò molto, e gliene sarò sempre grato.”

Conclusioni

Il Progetto Delilah è un esempio straordinario di come il genio di Turing si estendesse ben oltre i confini della matematica e dell’informatica. Pur essendo stato dimenticato per decenni, questo progetto anticipò molte delle innovazioni che avrebbero rivoluzionato le comunicazioni moderne. Oggi, grazie alla recente scoperta delle “carte Bayley,” possiamo finalmente apprezzare l’importanza di questa invenzione e il ruolo che ha giocato nel plasmare il futuro della tecnologia.

L’articolo Progetto Delilah, la storia perduta dell’assurda invenzione di Turing è tratto da Futuro Prossimo.

Il futuro di ieri, Alan Turing 

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