I reattori a sali fusi vanno per mare: energia atomica galleggiante Futuro Prossimo

I reattori a sali fusi vanno per mare: energia atomica galleggiante Futuro Prossimo

Nel 2035, guardando l’orizzonte dalle coste americane, potreste scorgere qualcosa di inaspettato: una flotta di centrali nucleari galleggianti. No, non è un errore di battitura. Core Power ha appena annunciato il suo ambizioso piano di produzione in serie di reattori a sali fusi montati su navi. Un progetto che unisce l’efficienza dei processi industriali navali alla sicurezza delle tecnologie nucleari di ultima generazione. Una rivoluzione che potrebbe cambiare per sempre il modo in cui produciamo e distribuiamo l’energia.

Reattori a sali fusi: una tecnologia che viene dal passato

La storia dei reattori a sali fusi ha radici profonde, che affondano negli anni ’50. A differenza dei reattori tradizionali, che utilizzano barre di combustibile immerse in acqua pressurizzata, questi ‘alter ego’ dell’ingegneria nucleare mescolano il combustibile direttamente con il sale fuso a pressione atmosferica.

Un design che porta con sé vantaggi significativi: sono compatti, meccanicamente semplici e si raffreddano principalmente attraverso la circolazione passiva. Ma la vera chicca? Non sono soggetti a meltdown nucleari incontrollati, un dettaglio non da poco che farà sicuramente dormire sonni più tranquilli ai futuri vicini di casa.

La manutenzione è sorprendentemente semplice: il combustibile esausto può essere filtrato dalla miscela di sale e sostituito con combustibile fresco come normale routine. Anche se, secondo quanto afferma Core Power, i loro reattori non avranno bisogno di rifornimento durante la loro vita operativa.

Un “Programma Liberty” che guarda al futuro

Mi fa sorridere il riferimento storico scelto da Core Power: hanno battezzato il progetto “Liberty program”, un omaggio alle famose Liberty Ships della Seconda Guerra Mondiale, che venivano assemblate in tempi record: pensate, anche solo quattro giorni per uno scafo completo.

Il piano è ambizioso: utilizzare metodi di costruzione navale modulare combinati con design di reattori di Generazione 4 per produrre centrali nucleari galleggianti in serie. Un approccio che mira a superare l’attuale collo di bottiglia del settore nucleare: non tanto la produzione dei reattori, quanto l’ingegneria civile e la burocrazia associata.

“Il programma Liberty sbloccherà un mercato dell’energia galleggiante del valore di 2,6 trilioni di dollari, e la costruzione in cantiere navale del nucleare verrà consegnata nei tempi e nel budget previsti”, ha dichiarato il CEO di Core Power Mikal Bøe.

La mobilità come punto di forza

L’aspetto più rivoluzionario? La mobilità. Installando i reattori su navi, possono essere facilmente spostati dove c’è più bisogno, evitando gran parte della burocrazia e delle zone di esclusione ambientale. E se il clima politico dovesse cambiare? Si salpa verso lidi più accoglienti. Non solo: la posizione costiera li mette strategicamente vicini alle aree di maggiore domanda energetica. Un dato interessante: il 65% dell’attività economica si svolge sulla costa. Non male come posizionamento di mercato, vero?

La manutenzione diventa anche più gestibile: le unità possono essere riportate a una struttura centrale per la manutenzione o lo smaltimento, senza necessità di costruire infrastrutture specifiche in ogni location.

Un’idea che non è poi così nuova

L’idea di centrali nucleari galleggianti non è proprio una novità dell’ultimo minuto. Il primo impianto di questo tipo risale al 1967, e i reattori vengono installati su sottomarini e navi fin dal 1954, con l’USS Nautilus. La Russia ha ripreso l’idea nel 2019, e negli ultimi anni sia gli americani che i britannici hanno mostrato un interesse crescente. Ma Core Power vuole spingere il concetto ancora oltre: non solo produrre in serie centrali galleggianti, ma renderle una forma comune di propulsione commerciale.

Il potenziale è enorme: oltre alla produzione di energia elettrica, questi impianti potrebbero essere utilizzati per la desalinizzazione e la produzione di idrogeno verde per altre applicazioni energetiche.

Reattori a sali fusi: il futuro che si avvicina rapidamente

I tempi di realizzazione sono più vicini di quanto potreste pensare. Core Power prevede di aprire i libri degli ordini nel 2028, con le prime consegne commerciali previste per gli anni ’30. Le implicazioni sono enormi: non stiamo parlando solo di energia, ma di una potenziale rivoluzione nel settore marittimo e nel commercio globale. Come ha sottolineato Bøe, il programma Liberty promette di garantire una sicurezza energetica resiliente per l’industria pesante e il trasporto oceanico.

Mi chiedo se tra dieci anni, guardando l’oceano, vedremo queste centrali galleggianti all’orizzonte. Un’immagine che oggi può sembrare surreale, ma che potrebbe diventare presto la normalità delle nostre coste. Il futuro dell’energia nucleare sta prendendo il largo, e questa volta sembra proprio che non ci sia tempesta in vista.

L’articolo I reattori a sali fusi vanno per mare: energia atomica galleggiante è tratto da Futuro Prossimo.

Energia, nucleare 

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