Bastano appena dieci particelle virali (così piccole da essere invisibili anche al più potente microscopio ottico) per scatenare l’inferno intestinale che tutti conosciamo come norovirus. Un nemico subdolo che sopravvive ai normali disinfettanti per le mani e può persistere sulle superfici per giorni, pronto a colpire con la sua immensa capacità di contagio. Per decenni abbiamo combattuto questa battaglia con le sole armi del sapone e della candeggina. Una guerra impari, considerando che anche chi guarisce può continuare a diffondere il virus per settimane. So che di questi tempi è una parola che va usata con prudenza, per cui lo dirò sottovoce: ci sarebbe un vaccino, in formato pillola, che promette di cambiare le regole del gioco. E i primi risultati sono piuttosto interessanti.
La pillola che sconfigge l’incubo invernale
Quando pensiamo ai vaccini, l’immagine che ci viene in mente è sempre quella di una siringa. Un riflesso condizionato che potrebbe presto diventare obsoleto, almeno per il norovirus. L’azienda Vaxart ha sviluppato un prodotto chiamato VXA-G1.1-NN che si assume per via orale. Non è certo il primo vaccino in formato pillola della storia (penso a quello della polio che molti hanno ricevuto da bambini), ma è il primo che potrebbe liberarci dall’incubo del cosiddetto “virus del vomito invernale”.
Il meccanismo è ingegnoso: la pillola rilascia un vettore virale innocuo che trasporta una proteina del norovirus direttamente nell’intestino tenue. Qui stimola una risposta immunitaria proprio dove il virus tenta l’invasione. È come piazzare le difese esattamente nel punto in cui sappiamo che arriverà l’attacco nemico, invece di disperderle su tutto il territorio. L’efficacia sta nel fatto che questo vaccino stimola l’immunità mucosale, cioè rafforza le difese proprio sulle superfici di rivestimento del corpo (naso, bocca, intestino) dove il norovirus tenta di penetrare. Una strategia di difesa perfettamente adattata al nemico.

Anziani più protetti dal nemico invisibile
Il norovirus non è democratico nelle sue conseguenze. Se questo virus che poi, come detto, è in realtà una piccola “band” di 10 virus, per molti di noi significa qualche giorno di vomito e diarrea (comunque io me li eviterei, non so voi), per gli anziani può rappresentare un serio pericolo di vita a causa della disidratazione. Ecco perché i test del vaccino si sono concentrati proprio su questa fascia d’età, notoriamente più difficile da immunizzare per il naturale declino del sistema immunitario.
Lo studio ha coinvolto 65 adulti tra i 55 e gli 80 anni, divisi in gruppi che hanno ricevuto dosi diverse del vaccino o un placebo. I risultati? Sorprendenti: nessun effetto collaterale rilevante e, soprattutto, una robusta risposta anticorpale nel sangue, nella saliva e nelle secrezioni nasali. L’immunità mucosale è durata addirittura 210 giorni, dimostrando che non si tratta di una protezione effimera.
La risposta mucosale indotta da VXA-G1.1-NN ha il potenziale di inibire l’infezione, l’eliminazione virale e la trasmissione.
I ricercatori sono così fiduciosi che hanno già avviato un trial di fase 1 per una seconda generazione del vaccino in pillola. Una speranza concreta per chi ha vissuto l’ondata di norovirus particolarmente violenta che ha colpito mezzo pianeta questo inverno (più del solito negli USA e in UK, nella media degli scorsi anni in Italia).
Norovirus, perché questa pillola potrebbe essere importante
Pensateci un attimo: un vaccino che non richiede aghi, non ha bisogno di particolari condizioni di conservazione e, soprattutto, stimola le difese esattamente dove servono. C’è del materiale per far tornare a tanti la “fiducia nella categoria“, o no? La ricerca, pubblicata su Science Translational Medicine, rappresenta un primo passo, certo. Serviranno trial più ampi e tempo per confermare questi risultati. Ma per tutti noi che abbiamo sperimentato il norovirus (o visto i nostri genitori e nonni anziani soffrirne) questa pillola rappresenta una speranza concreta che il futuro potrebbe essere libero da questo tormento stagionale.
Forse un giorno racconteremo ai nostri nipoti del norovirus come di una reliquia del passato, un ricordo sbiadito di inverni che preferivamo passare altrove che non all’ospedale, o seduti su una tazza. Un pensiero che, devo ammettere, mi strappa un sorriso. Sono proprio una brutta persona.
L’articolo Via ai test del vaccino in pillole che abbatte il norovirus è tratto da Futuro Prossimo.
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