Nel cuore caotico di Bangalore, una “foresta” di cemento sta prendendo vita. Non è magia, è architettura sostenibile. Il progetto Axis Vanam sta ridefinendo il concetto di balcone, trasformandolo da semplice spazio esterno a vero e proprio ecosistema verticale.
Quando il balcone fa le curve (e la differenza)
Chi l’avrebbe mai detto che il futuro dell’architettura sostenibile passasse per i balconi? Eppure, eccoci qui, a guardare a bocca aperta questo condominio di Bangalore che sembra uscito da un film di fantascienza green. Purple Ink Studio ha deciso di dare una bella scossa al mondo dell’edilizia, e lo ha fatto con stile. A partire dal nome: Axis Vanam. Suona come il nome di un personaggio Marvel, vero? In realtà, “Vanam” in sanscrito significa “foresta”. E non è un caso. Questo complesso residenziale è stato progettato per essere un vero e proprio filtro ambientale nel bel mezzo di uno dei quartieri più trafficati di Bangalore. È come se avessero deciso di sistemare dei purificatori d’aria (e deumidificatori) direttamente sulla facciata. Come funziona?
Balconi: non più solo per stendere i panni
Dimenticatevi i classici balconi squadrati dove al massimo si riesce a mettere un paio di sedie e un vaso di gerani. Qui siamo di fronte a delle vere e proprie piattaforme curve che si protendono dalla facciata come onde verdi. Non sono solo belli da vedere, sono progettati per ospitare giardini privati lungo tutta la loro lunghezza. È come avere un orto botanico personale sospeso a mezz’aria.
La struttura è pianificata aggiungendo travi più profonde per sostenere il carico del terreno, che a sua volta apre la strada a finestre più alte che toccano il fondo della trave per l’unità inferiore.
Traduzione: hanno fatto i salti mortali ingegneristici per permettervi di coltivare pomodori a 30 metri d’altezza.
Un condominio che respira (e non è una metafora)
Non è solo una questione di estetica. Questi balconi-giardino sono stati pensati come veri e propri polmoni verdi per l’edificio e per la città. Ogni appartamento è orientato per catturare la brezza e massimizzare la ventilazione naturale. È come se l’intero edificio fosse un grande naso che annusa l’aria fresca. Ogni appartamento ha un’area extra sul balcone che può essere personalizzata. Volete un orto urbano? Fatto. Preferite una mini-giungla? Nessun problema. Un’area yoga con vista sulla città? Ci sta. È una specie di Lego verde da comporre a piacimento.
Architettura sostenibile, i materiali: quando il mattone incontra il bambù
L’architettura sostenibile non si ferma alla forma. I materiali scelti sono un mix sapiente di tradizione e innovazione. Mattoni sottili e cemento a vista per la struttura, pietra per i pavimenti delle aree comuni e persino griglie in terracotta per le zone con lucernario. È come se avessero costruito un edificio high-tech con i materiali di vostra nonna. Certo, non è tutto rose e fiori (anche se, letteralmente, lo sarà tra qualche anno quando le piante cresceranno). Mantenere un ecosistema verticale richiederà impegno e cura costante. E sì, probabilmente non sarà alla portata di tutti, almeno per ora: ne sanno qualcosa a Milano.
Ma è un inizio. Un inizio entusiasmante. Perché dimostra che con un po’ di immaginazione e tanta, tanta ingegneria, possiamo ripensare il modo in cui viviamo nelle nostre città sempre più affollate e inquinate. Quindi, la prossima volta che passerete davanti a un anonimo condominio grigio, provate a immaginarlo coperto di verde, con balconi curvi che si protendono verso il cielo come rami di un albero urbano. Perché forse, in un futuro non troppo lontano, questa potrebbe essere la norma e non l’eccezione.
L’articolo Architettura sostenibile: a Bangalore i balconi diventano oasi verdi urbane è tratto da Futuro Prossimo.
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