Nel campo di battaglia di un prossimo futuro, o di un presente poco raccontato, le decisioni di vita o di morte non sono prese da esseri umani, ma da algoritmi. Armi autonome guidate dall’intelligenza artificiale, individuano e colpiscono i bersagli senza alcun intervento umano. Non è più uno scenario di fantascienza, e se non agiamo ora potrebbe diventare “normale”: questo l’allarme lanciato dalla Conferenza di Vienna sulle armi AI.
Il “momento Oppenheimer” dell’intelligenza artificiale
La Conferenza di Vienna, summit internazionale che ha riunito circa 1000 partecipanti da più di 140 paesi, ha paragonato l’attuale situazione delle armi autonome al “momento Oppenheimer” della nostra generazione. Come la polvere da sparo e la bomba atomica, l’IA ha il potenziale di rivoluzionare la guerra, rendendo i conflitti umani inimmaginabilmente diversi e molto più letali.
La dichiarazione finale della conferenza è un appello accorato a stabilire regole per le armi AI finché sono ancora agli inizi.
Abbiamo la responsabilità di agire e di mettere in atto le regole di cui abbiamo bisogno per proteggere l’umanità. Il controllo umano deve prevalere sull’uso della forza.
Armi autonome, droni killer: una realtà sempre più vicina
Grazie a sofisticati sensori governati da algoritmi, ogni tipo di arma può essere trasformata in un sistema autonomo capace di individuare, selezionare e attaccare obiettivi umani senza alcun intervento esterno. Sebbene la maggior parte di queste armi sia ancora allo stadio di idea o prototipo, già la guerra in Ucraina ci ha dato un assaggio del loro potenziale.
L’Austria, paese neutrale che promuove attivamente il disarmo nei forum internazionali, organizza e ospita un incontro per denunciare il problema. Nel 2023 la Conferenza di Vienna ha presentato la prima risoluzione ONU per regolamentare i sistemi d’arma autonomi, ottenendo il sostegno di 164 stati. Il ministro degli Esteri austriaco Alexander Schallenberg ha avvertito che ora è il momento di concordare regole e norme internazionali per garantire il controllo umano su queste armi.
Una corsa contro il tempo
La Conferenza di Vienna rappresenta un passo importante verso la regolamentazione delle armi autonome, ma la strada da percorrere è ancora lunga. Con il rapido progresso dell’IA, il rischio è che lo sviluppo di queste armi superi la nostra capacità di controllarle. È una corsa contro il tempo, in cui la posta in gioco non è solo il futuro della guerra, ma il destino stesso dell’umanità.
Di fronte a questa sfida epocale, non possiamo permetterci di rimanere inerti. Regolamentare le armi autonome non è solo una questione di pragmatismo. Come società globale, abbiamo il dovere di definire i limiti di ciò che siamo disposti a delegare alle macchine, soprattutto quando si tratta di decisioni di vita o di morte.
La conferenza di Vienna ha acceso un faro su questo tema cruciale, ma ora spetta a tutti noi tenere viva la fiamma. Governi, organizzazioni internazionali, esperti e cittadini devono unire le forze per costruire un quadro normativo solido e condiviso, prima che sia troppo tardi.
L’articolo Armi autonome, la conferenza di Vienna: “agire ora per proteggere l’umanità” è tratto da Futuro Prossimo.
Militare, Tecnologia, Armi autonome, intelligenza artificiale