Auto elettriche, Mears: boom in 3-5 anni. Non ci credo ma (forse) è vero Futuro Prossimo

Auto elettriche, Mears: boom in 3-5 anni. Non ci credo ma (forse) è vero Futuro Prossimo

L’evoluzione delle auto elettriche è un treno in corsa che sembra destinato a non fermarsi mai. E se c’è un componente che più di ogni altro determina velocità e direzione di questo treno, quello è senza dubbio la batteria. Vero cuore pulsante delle EV, la batteria è da sempre al centro di una sfida tecnologica senza quartiere tra case automobilistiche e centri di ricerca, impegnati in una gara a chi riesce a realizzare l’accumulatore più performante, durevole e sostenibile. Una corsa che, secondo un esperto del settore, il Dr. Robert Mears, potrebbe essere vicina a una svolta epocale.

Non è l’ultimo arrivato

Robert J. Mears è fisico e ingegnere inglese noto per le sue pioneristiche invenzioni nel campo delle telecomunicazioni e dei semiconduttori. Lavora da anni per migliorare la mobilità e altre caratteristiche dei dispositivi a semiconduttore. Nel corso della sua carriera, Mears ha pubblicato oltre 250 tra articoli scientifici e brevetti: attualmente ricopre il ruolo di Emeritus Fellow presso il Pembroke College di Cambridge. Forte della sua vasta esperienza e delle sue intuizioni visionarie, Mears è considerato una voce autorevole nel settore delle tecnologie emergenti, in particolare per quanto riguarda l’evoluzione dei materiali per l’elettronica avanzata.

Mears prevede l’arrivo di una tecnologia di batterie rivoluzionaria entro i prossimi 3-5 anni, destinata a cambiare per sempre il panorama della mobilità elettrica.

Più autonomia, più durata, più efficienza: un vero e proprio “game-changer” che potrebbe imprimere un’accelerazione senza precedenti alla transizione verso l’elettrico. Ma quanto c’è di vero in queste previsioni? E soprattutto, siamo davvero pronti a un salto tecnologico di tale portata? Proviamo a fare il punto della situazione, tra realtà e aspettative.

Batterie EV: una corsa a ostacoli

Partiamo da un dato di fatto: se le auto elettriche sono passate in pochi anni da bizzarre creature di nicchia a protagoniste del mercato, gran parte del merito va alle batterie. Già, perché senza i progressi compiuti negli ultimi tempi in fatto di capacità, durata e costi degli accumulatori, difficilmente le EV avrebbero conosciuto l’attuale boom. Si, ok, non ho menzionato i sussidi, ma questa è un’altra storia.

Però nel 2009, non mille anni fa, la densità energetica media di una batteria per auto elettrica era inferiore ai 100 Wh/L (wattora per litro). Oggi siamo abbondantemente sopra i 700 Wh/L, con punte che sfiorano i 1.000 Wh/L. Tradotto in soldoni: a parità di ingombro, le batterie odierne hanno una capacità 7-10 volte superiore rispetto a quelle del primo decennio degli anni 2000. Un bel salto, non c’è che dire.

Anche sul fronte della durata e dell’efficienza i progressi sono stati notevoli. Un tempo era già tanto se una batteria EV manteneva l’80% della capacità iniziale dopo 100.000 km, oggi ci sono accumulatori che promettono di conservare prestazioni eccellenti fino a 500.000 km o più. E che dire dei tempi di ricarica? Dalle 8 ore abbondanti dei primi caricatori rapidi AC siamo passati ai 15-30 minuti delle colonnine ultrafast a 350 kW. Praticamente il tempo di un caffè.

Insomma, negli ultimi anni le batterie per auto elettriche hanno fatto passi da gigante. Ma la corsa è tutt’altro che finita. Anzi, a sentire gli esperti siamo solo all’inizio.

Previsioni elettrizzanti

Come dicevo, Mears crede che siamo a un passo da una “bomba” tecnologica destinato a cambiare le carte in tavola nel settore dell’auto elettrica. Che si tratti del “Santo Graal” delle batterie allo stato solido, di una nuova chimica rivoluzionaria o di chissà quale diavoleria nata nei laboratori di ricerca, poco importa.

L’importante è che questa fantomatica “batteria del futuro” sia in grado di offrire prestazioni superiori sotto tutti i punti di vista: più autonomia, più durata, più efficienza, meno peso, meno costi. Il tutto, ci tiene a precisare l’esperto, senza rinunciare alla sostenibilità. Insomma, la classica “pappa pronta” che mette d’accordo tutti, ambientalisti compresi.

Sia chiaro, non è che oggi le EV se la passino male. Con autonomie che ormai sfiorano tranquillamente i 500 km e tempi di ricarica sempre più ridotti, muoversi a zero emissioni è già un’opzione praticabile per molti. Il problema, semmai, è nelle infrastrutture di ricarica e nella rete energetica (hai detto niente). Ma avere il doppio dell’autonomia con metà del peso e un terzo dei costi? Beh, quello sarebbe un game-changer che darebbe una grossa mano anche a tutto il resto.

Si, ma stiamo calmi

Attenzione però a non farsi prendere troppo dall’entusiasmo. Per quanto affascinanti, le previsioni del Dr. Mears vanno prese con il beneficio del dubbio. Non perché siano campate in aria, sia chiaro. La direzione del progresso tecnologico in campo batterie sembra effettivamente puntare verso traguardi straordinari. E i ricercatori di tutto il mondo stanno facendo a gara a chi arriva primo.

Ma da qui a dire che la svolta epocale arriverà nel giro di 3-5 anni ce ne passa.

Un conto è ottenere risultati promettenti in laboratorio, un altro è portare una nuova tecnologia su strada in tempi brevi e su larga scala. Ci sono di mezzo questioni non banali come la sicurezza, l’affidabilità, i costi, la produzione di massa. Tutte cose che richiedono tempo, investimenti e tanta, tanta messa a punto.

Quindi sì, è lecito sognare un futuro in cui le auto elettriche avranno batterie supersoniche che dureranno una vita e costeranno due spiccioli. Ma nel frattempo? Beh, nel frattempo godiamoci i progressi costanti e tutt’altro che disprezzabili che la tecnologia ci mette a disposizione già oggi. E soprattutto, non smettiamo di sognare e di spingere sull’acceleratore dell’innovazione.

Batterie a stato solido e dove trovarle.

Oltre la batteria

A proposito di sogni: c’è una scuola di pensiero secondo cui il sacro Graal della mobilità sostenibile non vada cercato solo nel campo delle batterie. Sì, perché per quanto fighe possano diventare, gli accumulatori elettrochimici resteranno pur sempre una tecnologia di supporto, legata a doppio filo a questioni spinose come l’approvvigionamento di materie prime (vedasi il caos recente sui prezzi del litio) e lo smaltimento a fine vita.

Ecco perché c’è chi punta forte su tecnologie alternative come l’idrogeno (il sogno di una mobilità a emissioni zero senza bisogno di batterie) o i carburanti sintetici (in grado di rendere carbon neutral anche i motori termici tradizionali). Soluzioni visionarie? Forse, ma mai dire mai. Dopotutto, fino a qualche anno fa l’idea stessa di avere milioni di auto elettriche in circolazione sembrava pura fantascienza. E invece…

In conclusione

Tornando con i piedi per terra: che il Dr. Mears ci abbia azzeccato o meno, il trend evolutivo delle batterie per EV appare inequivocabilmente improntato al progresso e all’innovazione. Con buona pace di chi ancora pensa che l’elettrico sia una moda passeggera o una tecnologia immatura.

Certo, prevedere rivoluzioni epocali nel giro di pochi anni è sempre un azzardo. Ma una cosa è certa: il futuro della mobilità elettrica è pieno di promesse elettrizzanti. Promesse che, pur non realizzandosi dall’oggi al domani, ci danno un assaggio del potenziale straordinario ancora inespresso dalle EV.

Perciò non resta che augurarsi che la “profezia” del Dr. Mears si avveri il prima possibile. E se non sarà tra 3-5 anni, se ce ne vorranno 10, pazienza. Il viaggio nell’elettrizzante mondo delle batterie del futuro è appena cominciato. E c’è da scommettere che ci riserverà ancora tante, entusiasmanti sorprese. Pronti a partire?

L’articolo Auto elettriche, Mears: boom in 3-5 anni. Non ci credo ma (forse) è vero è tratto da Futuro Prossimo.

Previsioni, Trasporti, auto elettrica 

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