Dal dramma al riscatto: 7 incredibili storie di veri cyborg moderni Futuro Prossimo

Dal dramma al riscatto: 7 incredibili storie di veri cyborg moderni Futuro Prossimo

Un professore con 36 chili di computer addosso, una donna che può sbucciare le banane con un braccio bionico, un artista che “sente” i colori attraverso un’antenna nel cranio. Sono le storie dei “pionieri” che hanno scelto di diventare veri cyborg: ma non pensate a Terminator. Pensate, piuttosto a persone del tutto comuni con storie del tutto fuori dal comune.

Alcuni lo sono diventati per necessità, altri per scelta, ma tutti stanno ridefinendo cosa significa essere umani nell’era della tecnologia. La tecnologia non li ha resi meno umani. Al contrario, ha amplificato le loro capacità permettendo loro di superare sfide che sembravano insormontabili.

L’artista che ascolta i colori

Neil Harbisson veri cyborg
Neil Harbisson

Neil Harbisson merita sempre un posto nelle mie “raccolte sul tema”. Anche perché è il primo tra i veri cyborg ad essere stato ufficialmente riconosciuto come tale.

Con quell’antenna che spunta dalla testa, sembra uscito da un episodio di Black Mirror. Ma la sua storia è affascinante: nato con una rarissima forma di daltonismo che gli permetteva di vedere solo in bianco e nero, ora “sente” i colori grazie a un dispositivo che li traduce in suoni.

Abbiamo il dovere di usare la tecnologia per trascendere noi stessi

Mi piace pensare che Harbisson sia una sorta di sciamano moderno, che percepisce il mondo in un modo che noi possiamo solo immaginare. Amy Winehouse per lui suona rosso e rosa, mentre le suonerie del telefono sono verdi.

Il professore cyborg e la moglie telepatica

Se pensate che Harbisson sia estremo, aspettate di conoscere il Professor Kevin Warwick, soprannominato “Captain Cyborg”. Questo docente di cibernetica dell’Università di Reading si è fatto impiantare un chip nel braccio che gli permette di controllare luci e computer a distanza.

Ma la parte più incredibile? Ha coinvolto anche sua moglie nell’esperimento, permettendogli di sentire le sensazioni tattili di lei. È come se avessero creato una forma di telepatia tecnologica. Star Trek, fatti da parte.

Veri cyborg, dalle tragedie alle opportunità

Jesse Sullivan

Jesse Sullivan e Nigel Ackland hanno storie simili ma uniche. Entrambi hanno perso parti del corpo in terribili incidenti sul lavoro, ma la tecnologia ha permesso loro di rinascere. Sullivan, elettricista, è diventato il primo “Uomo Bionico” con protesi controllate dal pensiero.

Ackland, invece, può versare liquidi in un bicchiere con una precisione che farebbe invidia a molti bartender, grazie alla sua mano bebionic3. Non male per qualcuno che aveva perso la speranza di poter tornare a una vita normale.

Veri cyborg
Nigel Ackland e il suo braccio bebionic3

La memoria USB vivente

A volte le soluzioni più semplici sono le più geniali. Jerry Jalava, un programmatore finlandese, dopo aver perso un dito in un incidente in moto, ha deciso di sostituirlo con… una chiavetta USB. Da 2GB, per essere precisi. Non è esattamente come scaricare informazioni direttamente nel cervello, ma è decisamente pratico.

È il perfetto esempio di come non serva essere dei geni della robotica per diventare veri cyborg. A volte basta un po’ di creatività e il coraggio di pensare fuori dagli schemi.

L’atleta che ha sfidato il destino

La storia di Cameron Clapp è particolarmente toccante. Da tipico teenager californiano amante del surf a triplo amputato dopo un terribile incidente ferroviario. Grazie alle protesi bioniche controllate da microprocessori, però, non solo è tornato a camminare, ma è diventato un atleta e un attivista.

Il suo consiglio? “Circondati di persone positive”. Sembra banale, ma quando la tecnologia incontra la determinazione umana, i miracoli accadono.

Veri cyborg, il futuro è già qui

Guardando queste storie, mi rendo conto che il futuro che immaginavamo è arrivato in punta di piedi. Non con invasioni di robot o apocalissi cyberpunk, ma attraverso persone che hanno scelto di abbracciare la tecnologia per superare i propri limiti.

Come dice Stelarc, artista e cyborg, l’ultimo-non ultimo che chiude la lista: “Non dovremmo avere una paura alla Frankenstein dell’incorporare la tecnologia nel corpo”. E ha ragione: il futuro non è qualcosa da temere, ma qualcosa che stiamo già costruendo, un pezzo per volta.

L’articolo Dal dramma al riscatto: 7 incredibili storie di veri cyborg moderni è tratto da Futuro Prossimo.

Tecnologia, cyborg 

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