La natura non finisce mai di sorprenderci. Duecentoventicinque milioni di anni fa, quando ancora nessun vertebrato aveva osato sfidare la gravità (fa anche rima), gli pterosauri spiegavano le loro ali nei cieli del Triassico. Ma come ci riuscivano? La risposta è arrivata grazie a una scoperta che stravolge tutto quello che sapevamo su questi antichi dominatori dell’aria.
Pterosauri, i primi Re dei cieli
Gli pterosauri non erano solo i primi, ma anche i più grandi vertebrati a conquistare il volo. Come dei pionieri dell’aviazione preistorica, questi straordinari rettili hanno dominato i cieli per oltre cento milioni di anni (Boeing, spostati proprio). La loro storia di successo evolutivo è paragonabile a quella dei fratelli Wright, ma su una scala temporale un bel po’ più ampia.
La chiave del loro successo è stata scoperta solo ora, grazie a un team di paleontologi dell’Università di Edimburgo. Si tratta di una struttura a forma di diamante sulla coda, composta da membrane intrecciate, che funzionava come un timone naturale. Ve ne parlo in dettaglio più giù.
Questa scoperta è particolarmente significativa perché ci mostra come la natura abbia risolto il problema del volo molto prima che noi umani ci provassimo. È probabile che se i nostri proavi avessero scoperto questo “segreto” degli pterosauri, il volo civile si sarebbe sviluppato secoli prima.
Una struttura sorprendentemente sofisticata
La struttura della coda degli pterosauri, come detto, era molto più avanzata di quanto si pensasse. Come una vela ben progettata, la membrana a forma di diamante si tendeva con il vento, permettendo all’animale di mantenere la stabilità durante il volo.
Questa caratteristica è stata rivelata grazie a una tecnologia all’avanguardia chiamata Fluorescenza indotta da Laser, che ha permesso di studiare i tessuti molli fossilizzati del Rhamphorhynchus, uno pterosauro vissuto 150 milioni di anni fa.
Il team di ricerca, che ha pubblicato i risultati sulla rivista eLife (ve li linko qui), ha potuto osservare dettagli mai visti prima, che erano rimasti nascosti per milioni di anni. È come se avessimo finalmente trovato il manuale d’istruzioni di un antico aliante.

Un design che potrebbe ispirare il futuro
La dottoressa Natalia Jagielska, autrice principale dello studio, sottolinea come questa scoperta potrebbe avere implicazioni anche per il futuro dell’aviazione. Gli pterosauri erano creature uniche, senza equivalenti moderni, e ora il loro sistema di volo sorprende: anzi, ispira.
Già, perché questa membrana elastica, che si estendeva dalla caviglia fino alla punta del quarto dito iper-allungato, rappresenta una soluzione ingegneristica che potrebbe suggerire nuovi approcci al design aeronautico.
Dopo centinaia di milioni di anni, possiamo rimettere la pelle sulle ossa di animali che non vedremo mai nella nostra vita.
Non solo volo: dagli pterosauri altre sorprese nascoste nei fossili
Il dottor Nick Fraser del National Museums Scotland evidenzia come questa scoperta sia stata possibile solo grazie all’applicazione di nuove tecnologie su fossili che si pensava di conoscere già bene. È un promemoria di quanto ancora abbiamo da imparare dal passato.
La ricerca ha anche aperto nuove prospettive sul possibile uso della coda per l’attrazione sessuale. Secondo il dottor Jordan Bestwick dell’Università di Zurigo, le code degli pterosauri potrebbero essere state più colorate di quanto si pensasse, aggiungendo un nuovo capitolo alla loro già affascinante storia evolutiva.
Come spesso accade nella scienza, questa scoperta non solo risponde a domande antiche, ma ne apre di nuove, alimentando la nostra curiosità su questi straordinari abitanti dei cieli preistorici.
Un volo, quello della conoscenza, che davvero non finisce mai.
L’articolo Dal suolo al cielo: il mistero degli pterosauri finalmente risolto è tratto da Futuro Prossimo.
Scoperte, dinosauri