Svegliarsi una mattina e scoprire che un asteroide potrebbe colpire la Terra tra qualche anno non è esattamente il modo migliore per iniziare la giornata. Eppure, è esattamente ciò che è successo lo scorso dicembre, quando le osservazioni hanno stimato il 3,1% di probabilità che l’asteroide 2024 YR4 potesse colpirci nel 2032. Non sembra molto, vero? Ma in termini di difesa planetaria, è come fare la roulette russa con alla tempia una pistola da 32 colpi. Per fortuna, questa volta la roulette cosmica ha girato a nostro favore. Ma cosa sarebbe successo se i calcoli avessero confermato l’impatto? Saremmo stati completamente indifesi come i dinosauri 66 milioni di anni fa, o la nostra specie ha finalmente imparato a proteggersi?
La difesa planetaria che i dinosauri si sognavano
C’è una battuta che circola tra gli astronauti: “Se i dinosauri avessero avuto un programma spaziale, sarebbero ancora qui”. L’astronauta Ron Garan l’ha citata già anni fa, ed è diventata un mantra per chi si occupa di difesa planetaria. Perché, diciamocelo, i dinosauri avevano un grosso problema: cervelli piccoli come noci e braccia troppo corte per costruire razzi. Noi umani, con i nostri cervelli leggermente più grandi e il pollice opponibile, siamo messi decisamente meglio. E non è solo una questione di anatomia. Negli ultimi decenni abbiamo costruito qualcosa che nessun’altra specie sul pianeta aveva mai nemmeno immaginato: un sistema di allerta e potenziale difesa contro le minacce cosmiche.
Il recente caso dell’asteroide 2024 YR4 è la dimostrazione che questo sistema sta funzionando. Scoperto il 27 dicembre scorso dall’ATLAS (Asteroid Terrestrial-impact Last Alert System) in Cile, questo oggetto spaziale tra 40 e 90 metri di diametro ha inizialmente fatto suonare qualche campanello d’allarme. E no, non è un’esagerazione da film catastrofico.
Il sistema di allerta che funziona (mentre alcuni media sonnecchiano)
Mi piace sempre sottolineare come funziona la vera informazione scientifica rispetto al sensazionalismo. Mentre il nostro sistema di difesa planetaria lavorava incessantemente per raffinare i calcoli su 2024 YR4, alcuni grandi quotidiani e siti si sono “curiosamente” dimenticati del fatto che già dopo appena una settimana il rischio rappresentato da questo asteroide non c’era più. Certi titoloni allarmistici sono rimasti online (e in alcuni casi lo sono ancora) a paventare una probabilità del 3,1% di impatto, mentre la realtà scientifica raccontava una storia completamente diversa. La percentuale di rischio era crollata allo 0,004%, praticamente zero. Ma hey, le cattive notizie fanno più click, giusto?
Noi ci siamo premuniti di aggiornare costantemente sui dati reali, perché l’informazione corretta è la prima forma di “difesa planetaria”. A volte ci chiediamo “chi ce lo fa fare”, poi ci ricordiamo che ci siete voi amati lettori… eh eh.

Come funziona davvero la difesa planetaria
La protezione del nostro pianeta dagli asteroidi non è roba da film con Bruce Willis (quando ancora non era stato clonato dall’IA) che si sacrifica eroicamente. È un processo molto più metodico e meno drammatico (ma decisamente più efficace). Prima si rileva l’oggetto con sistemi come ATLAS, telescopi finanziati dalla NASA sparsi per il mondo che scrutano il cielo 24/7. Poi si calcolano le orbite, e si raffina progressivamente la traiettoria con nuove osservazioni.
Il caso di 2024 YR4 mostra esattamente come funziona questo processo: rilevamento iniziale, allerta, ulteriori misurazioni da osservatori di NASA, ESA (Agenzia Spaziale Europea) e JAXA (Agenzia di Esplorazione Aerospaziale Giapponese), e infine il verdetto, in questo caso rasserenante. Un esempio di collaborazione scientifica internazionale che meriterebbe più attenzione di quanta ne riceva. Ma cosa succederebbe se un asteroide fosse davvero in rotta di collisione con noi? Anche qui, la difesa planetaria ha fatto progressi notevoli.
Da “Project Icarus” a DART: deviare anziché morire
L’idea di deviare un asteroide non è nuova. Nel 1967, degli studenti del MIT immaginarono “Project Icarus”, un piano per lanciare sei razzi Saturn V con testate nucleari da 100 megatoni contro un ipotetico asteroide minaccioso. Era praticamente fantascienza, certo, ma l’idea di base era solida: non devi distruggere l’asteroide, basta spingerlo leggermente fuori rotta.
Questa intuizione è diventata realtà il 26 settembre 2022, quando la missione DART (Double Asteroid Redirection Test) della NASA ha colpito con successo l’asteroide Dimorphos, alterandone l’orbita di 32 minuti. Era solo un test, su un asteroide che non rappresentava alcuna minaccia, ma ha dimostrato che il concetto funziona. Certo, la tecnologia non è ancora perfetta. L’impatto di DART ha anche generato uno sciame di detriti, mostrando che colpire un asteroide a oltre 23.000 km/h può avere conseguenze impreviste. E per un asteroide davvero grande servirebbe una forza ben maggiore di quella che possiamo attualmente generare.
Un’assicurazione cosmica per l’umanità
Viviamo in un poligono di tiro cosmico. La Terra ha subito impatti devastanti in passato: l’asteroide che ha probabilmente spazzato via i dinosauri (forse però erano due), quello di Vredefort in Sudafrica (20-25 km) oltre 2 miliardi di anni fa, o quello di Sudbury in Ontario (10-16 km) 1,85 miliardi di anni fa. Persino l’evento di Tunguska nel 1908, causato da un oggetto di “appena” 40 metri, ha abbattuto 80 milioni di alberi in Siberia. Per la prima volta nella storia del nostro pianeta, però, una specie ha sviluppato la capacità di individuare queste minacce in anticipo, e sta perfezionando i mezzi per neutralizzarle. La difesa planetaria è forse il più grandioso (e meno celebrato) progetto assicurativo nella storia dell’umanità.
Potremmo non essere ancora completamente a prova di asteroide, ma stiamo facendo progressi impressionanti. E questo, in un’epoca di notizie spesso deprimenti, è qualcosa che merita di essere celebrato. Anche perché, a differenza dei dinosauri, non abbiamo intenzione di limitarci a sventolare le nostre braccia (per fortuna non piccole) verso il cielo mentre aspettiamo la fine.
L’articolo Difesa planetaria, la Terra è ormai (quasi) a prova di asteroide è tratto da Futuro Prossimo.
Spazio, asteroidi