È un buco o l'accesso agli “inferi” di Marte? Le foto NASA non fugano i dubbi Futuro Prossimo

È un buco o l’accesso agli “inferi” di Marte? Le foto NASA non fugano i dubbi Futuro Prossimo

Non so come dirlo in un altro modo, e quindi non ci girerò intorno: c’è un buco sulla superficie di Marte, e nessuno sa cosa si nasconda nelle sue profondità. È piccolo, intendiamoci: solo pochi metri di diametro. Eppure potrebbe essere la chiave per svelare uno dei più grandi misteri del Pianeta Rosso: l’esistenza di un vasto mondo sotterraneo fatto di grotte e tunnel scavati anticamente dalla lava. Una scoperta che, se confermata, potrebbe cambiare per sempre il futuro dell’esplorazione umana del pianeta.

Benvenuti ad Arsia Mons, dove i crateri sono porte per l’ignoto

La voragine in questione è stata scovata dal NASA’s Mars Reconnaissance Orbiter. La vedete nell’immagine principale dell’articolo. Si trova nella regione di Arsia Mons, uno dei tre giganteschi vulcani spenti che dominano l’altopiano di Tharsis su Marte. Un luogo già di per sé abbastanza surreale, con le sue pendici cosparse di enigmatici crateri a forma di buco di serratura. Questo però sembra diverso: perfettamente circolare, con pareti lisce e verticali che si perdono nell’oscurità. Come se qualcuno avesse piantato un carotaggio cosmico per sondare i segreti sepolti del pianeta.

Certo, potrebbe trattarsi semplicemente di un “pozzo” vulcanico senza via d’uscita, simile a quelli che si trovano nelle Hawaii. Ma c’è anche un’altra possibilità, ben più intrigante: che sia lo “skylight”, ossia il soffitto crollato, di un tunnel di lava. Una specie di autostrada sotterranea scavata dal magma in tempi remoti, quando Arsia Mons era ancora un vulcano attivo e non il gigante addormentato che è oggi.

Marziani a parte, chi potrebbe vivere sotto la superficie di Marte?

Questa immagine colorata della superficie di Marte è stata creata con i dati del Mars Reconnaissance Orbiter. La linea di tre vulcani è Tharsis Montes, con Olympus Mons a nord-ovest e Valles Marineris a est. Arsia Mons è il vulcano più meridionale dei tre che compongono Tharsis Montes. (NASA/JPL-Caltech/Arizona State University)

L’idea che Marte possa ospitare vasti tunnel e grotte laviche non è nuova. Del resto, strutture simili esistono anche sulla Terra e sulla Luna, dove forniscono un ambiente stabile e riparato dalle insidie della superficie. Radiazioni cosmiche, sbalzi termici estremi, micrometeoriti assassini: non esattamente il massimo per una vacanza spaziale. Ecco perché molti scienziati pensano che, se mai costruiremo basi permanenti su Marte, probabilmente le faremo sotto terra.

Per questo il buco che abbiamo adocchiato è importante. Se davvero è l’ingresso di un tunnel di lava, potrebbe offrire un rifugio già pronto per i futuri esploratori del pianeta. Certo, prima bisognerebbe mandare qualche sonda robotica a dare un’occhiata, magari una di quelle “speleobot” progettate apposta per infilarsi in anfratti e cunicoli. Dite che troverebbe anche qualche pittura rupestre marziana? Più probabile che ci siano un sacco di stalattiti rosse e sabbia finissima. In ogni caso, l’unico modo per saperlo è andare a vedere di persona o “da remoto”.

Un buco del bianconiglio: passaggio per le profondità di Marte o (altra) illusione ottica?

Prima di lasciarci prendere troppo dall’entusiasmo, c’è un’altra possibilità da considerare. Che sia tutto un film di Hollywood!1!!. No, scherzo. Però quel buco potrebbe essere semplicemente un’ombra proiettata dalle pareti di un cratere a forma di ciotola, che da lontano sembra più profondo di quanto non sia in realtà. Un semplice scherzo della luce, insomma, che crea l’illusione di un tunnel dove c’è solo roccia solida.

Non prendete male la mia diffidenza: non sarebbe la prima volta che Marte ci inganna con le sue ambiguità geologiche.

Per esempio, qualche anno fa un’altra immagine aveva fatto sognare gli appassionati di speleologia marziana: mostrava quella che sembrava l’apertura di una caverna, con tanto di pareti illuminate dal sole. Poi però un’analisi più attenta aveva rivelato che si trattava solo di un buco cieco, senza alcun passaggio verso il sottosuolo. Una doccia fredda per chi già immaginava discese in stile Jules Verne nelle viscere del pianeta.

Queste immagini di una fossa vicino ad Arsia Mons sono state catturate diversi anni fa. L’immagine a sinistra è stata catturata per prima e gli scienziati si sono chiesti se potesse condurre a un tubo di lava o a una grotta. Successivamente è stata catturata l’immagine a destra, che mostra una parete laterale. La parete laterale potrebbe indicare che non c’è nessun tubo o grotta.(NASA/JPL/Università dell’Arizona)

L’importanza di sognare, anche se il rischio è un buco nell’acqua (o su Marte)

Al momento, il mistero del buco di Arsia Mons resta irrisolto. Ci vorranno altre immagini, magari scattate da angolazioni diverse o con strumenti più potenti, per capire se siamo davvero di fronte a un portale per il “lato oscuro” di Marte o solo a un’altra delle sue marachelle ottiche.

In fondo è questo il bello dell’esplorazione spaziale. Spingersi oltre i limiti del conosciuto, immaginare l’impossibile e il modo di renderlo possibile. Anche se a volte significa prendere qualche cantonata, scambiare lucciole per lanterne (o buchi per tunnel). L’importante è non smettere mai di cercare, di farsi domande, di guardare tutto con occhi sempre nuovi. E magari, un giorno, di trovare davvero la porta giusta per svelare i segreti nascosti del nostro universo. Anche se dovesse essere in fondo a un buco in mezzo al nulla, su un pianeta a milioni di chilometri da casa.

L’articolo È un buco o l’accesso agli “inferi” di Marte? Le foto NASA non fugano i dubbi è tratto da Futuro Prossimo.

Spazio, Marte, nasa 

Related Posts
Leave a Reply

Your email address will not be published.Required fields are marked *