C’è voluto del tempo, ma l’editing genetico sta per mantenere le sue promesse nel campo del cibo. 30 anni dopo il primo pomodoro geneticamente modificato, nel 2025 vedremo i primi maiali modificati per resistere alle malattie, seguiti da banane “immunizzate” geneticamente contro i funghi più pericolosi. Una rivoluzione che potrebbe ridurre drasticamente gli sprechi e rendere più sostenibile la produzione di cibo. E ovviamente, non mancano le domande.
Una svolta nell’editing genetico degli animali
L’azienda internazionale di allevamento Genus ha raggiunto un traguardo significativo: utilizzando la tecnologia CRISPR, ha sviluppato quattro linee di maiali resistenti al virus che causa la sindrome riproduttiva e respiratoria suina (PRRS). Una malattia che può ridurre la produzione degli allevamenti del 7%, causando perdite economiche significative a livello globale. Clint Nesbitt di Genus non nasconde l’entusiasmo.
Continuiamo a fare progressi con l’approvazione FDA dei nostri maiali resistenti al PRRS e siamo ancora in linea per l’approvazione nel 2025.
La diffusione di questi maiali modificati con editing genetico dipenderà ovviamente anche dall’approvazione nei principali mercati di esportazione della carne suina statunitense, per cui si stima che le vendite potrebbero non iniziare prima del 2026. Il mese prossimo, in ogni caso, sarà quello della prova del nove, che sancirà l’ingresso di questi nuovi prodotti.
Le prospettive future dell’agricoltura modificata
Si stima che, a livello globale, tra il 20 e il 40% del bestiame e dei raccolti vadano persi a causa di parassiti e malattie. Ridurre queste perdite avrebbe molteplici benefici: dal mantenere bassi i prezzi degli alimenti al rendere l’agricoltura più redditizia, riducendo anche i danni ambientali che causa.
Nel Regno Unito, Robert Beckett, a capo di un’azienda produttrice di suini, ha esortato il governo britannico ad approvare quanto prima i maiali “super resistenti”:
Sostengo pienamente l’adozione della tecnologia per aiutare a combattere la devastante condizione del PRRS (un pericoloso arterovirus, ndr) che funesta l’industria suina.
Il caso delle banane e l’editing genetico
Un altro esempio significativo riguarda un fungo chiamato TR4 che infetta e uccide la maggior parte delle banane commestibili, compresa la varietà più popolare al mondo, la Cavendish. Un team guidato da James Dale presso la Queensland University of Technology in Australia ha reso la banana Cavendish resistente al TR4 aggiungendo un gene proveniente da una banana selvatica.
Se tutto andrà bene, dovrebbero essere piantate verso la fine di febbraio 2025,
afferma Dale, riferendosi ai test sul campo che avranno luogo nelle Filippine.
Le sfide dell’editing genetico in agricoltura
Finora, le cosiddette colture “Bt” progettate per resistere a vari parassiti sono gli unici organismi geneticamente modificati di questo tipo ad essere ampiamente coltivati. Nel 1998, le papaye OGM resistenti a una malattia virale hanno salvato l’industria delle papaye delle Hawaii, ma altrove l’adozione di piante resistenti alle malattie è stata lenta a causa dell’opposizione agli alimenti OGM.
Gli stessi test sul campo nelle Filippine sono stati ritardati da una sentenza del tribunale (promossa ed auspicata da Greenpeace) che vietava la coltivazione di colture OGM nel paese. Un divieto parzialmente revocato, permettendo lo svolgimento dei test, ma la coltivazione del riso dorato modificato per essere più ricco di provitamina A rimane vietata.
La strada verso un’agricoltura trasformata dall’editing genetico è ancora lunga, ma il 2025 potrebbe segnare un punto di svolta decisivo. La tecnologia è pronta: ora tocca alla società decidere se è pronta ad accettarla.
L’articolo Editing genetico, primi maiali resistenti alle malattie è tratto da Futuro Prossimo.
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