La fertilità maschile è come il vino: migliora con l’età. O almeno, è quello cui molti uomini amano credere. Ma un nuovo studio (ve lo linko qui e intanto ve lo racconto) sta per mandare in frantumi questa confortante illusione, rivelando i rischi nascosti della paternità tardiva.
Il trend crescente della paternità in età avanzata
Lo studio appena presentato da Albert Ha e colleghi dell’Università di Stanford ha evidenziato un aumento significativo nella proporzione di padri di età pari o superiore a 50 anni al momento della nascita del loro figlio. Questo trend, che si è manifestato tra il 2011 e il 2022, solleva importanti questioni sulla fertilità maschile e sulle possibili conseguenze per la salute dei neonati.
L’analisi, basata su oltre 46 milioni di nascite registrate negli Stati Uniti, ha rivelato:
L’età media paterna è aumentata da 30,8 anni nel 2011 a 32,1 anni nel 2022.
La percentuale di nascite da padri di 50 anni o più è cresciuta dall’1,1% nel 2011 all’1,3% nel 2022.
Ogni aumento di 10 anni nell’età paterna è associato a una maggiore probabilità di ricorso a tecnologie di riproduzione assistita (ART).
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Fattori che influenzano la fertilità maschile
Lo studio ha identificato diversi fattori legati all’età che possono influenzare la fertilità maschile:
Condizioni legate all’età come disfunzione erettile e ipogonadismo.
Diminuzione del volume del seme, della motilità e della morfologia degli spermatozoi.
Aumento del rischio di frammentazione del DNA negli spermatozoi.
Maggiore probabilità di alterazioni cromosomiche e mutazioni genetiche.
La ricerca ha evidenziato che l’età paterna avanzata può avere un impatto significativo anche sulla salute dei neonati:
Aumento del rischio di parto prematuro.
Maggiore probabilità di basso peso alla nascita.
Rischio elevato di ammissione in terapia intensiva neonatale.
Ancora, studi precedenti hanno collegato l’età paterna avanzata a un aumento del rischio di condizioni come autismo, cancri pediatrici, acondroplasia e schizofrenia nei figli.
Fertilità maschile e paternità tardiva, considerazioni socioeconomiche
Gli autori dello studio suggeriscono che il trend dei “papà-nonni” potrebbe essere influenzato da diversi fattori socioeconomici:
Recenti tendenze socioeconomiche e demografiche hanno spostato la tempistica per la costruzione della famiglia negli Stati Uniti, con molte coppie che ritardano sempre più la genitorialità.
Estratto dallo studio
Tra le possibili ragioni ci sono: minori preoccupazioni (a quanto pare è un errore) riguardo all’orologio biologico maschile. Desiderio di stabilità educativa e finanziaria prima di formare una famiglia. Evoluzione delle norme di genere che promuovono un coinvolgimento genitoriale attivo.
La percentuale di padri tardivi è aumentata nel tempo. ( Ha et al.,
Jama Network Open , 2024 )
L’importanza della consapevolezza
Nonostante questi rischi “modesti ma significativi” associati all’età paterna avanzata (APA), gli autori esprimono preoccupazione per la mancanza di consapevolezza pubblica su questo tema. In un mondo in cui l’attenzione è spesso concentrata sulla madre, è importante che anche i potenziali padri siano informati sui possibili rischi legati alla fertilità maschile in età avanzata.
Con la società che continua a evolversi e le scelte riproduttive che diventano sempre più diversificate, è fondamentale che la scienza tenga il passo, fornendo informazioni accurate e aggiornate. La fertilità maschile, lungi dall’essere immune agli effetti del tempo, si rivela essere un fattore cruciale nella salute riproduttiva e nel benessere dei futuri bambini.
Questo studio non mira a scoraggiare la paternità in età avanzata, ma piuttosto a incoraggiare decisioni informate. Come in molti aspetti della vita, la conoscenza è potere, e in questo caso, potrebbe essere la chiave per garantire il miglior inizio possibile alla prossima generazione.
L’articolo Fertilità maschile senza età: uno studio sfata il mito dei papà-nonni è tratto da Futuro Prossimo.
Medicina, Fertilità