Osservate con attenzione il caffè nella vostra tazza. Sembra stabile, immobile, prevedibile. Ma a livello quantistico è un caos di particelle che vibrano, fluttuano e si comportano in modi bizzarri. Allo stesso modo, il nostro universo appare solido e ben regolato, ma potrebbe essere solo un’apparenza temporanea. La fine dell’universo potrebbe nascondersi nelle pieghe infinitesimali della realtà quantistica, pronta a manifestarsi come un “decadimento del falso vuoto“, un processo che trasformerebbe istantaneamente ogni legge fisica in qualcosa di irriconoscibile. La parte più inquietante? Non lo vedremmo arrivare. Mai.
Un universo apparentemente placido
Secondo le osservazioni più accreditate tra gli scienziati che scrutano attraverso il velo cosmico, l’universo appare sorprendentemente omogeneo. La densità della materia, la distribuzione dell’energia e tutti i parametri fisici sembrano distribuiti in modo uniforme. Tutto ordinato e prevedibile. Almeno, questa è la storia che ci raccontiamo.
Poi arriva la meccanica quantistica, trascinandosi dietro i suoi vecchi amici: probabilità, incertezza e l’occasionale crisi esistenziale. Nel bizzarro regno della fisica quantistica, nulla è fisso. Le cose potrebbero essere da qualche parte, potrebbero essere stabili, ma c’è sempre quella fastidiosa postilla: forse no.
Una delle implicazioni più inquietanti è l’idea delle fluttuazioni quantistiche: particelle che emergono dal nulla per poi svanire come fantasmi. Aggiungete a questo l’effetto tunnel quantistico, dove le particelle possono attraversare barriere che assolutamente non dovrebbero poter superare, e improvvisamente le fondamenta della realtà non sembrano più un pavimento di cemento, ma una gelatina “maleducata”.

La metastabilità cosmica
Immaginate questo scenario: e se il nostro universo non fosse realmente in uno stato stabile? E se fosse semplicemente… metastabile? Cioè stabile per ora, ma solo perché “non ha ancora notato” una valle più profonda in cui rotolare?
Pensatelo come una pallina che riposa tranquillamente in una vallata poco profonda. Sembra stabile, si sente stabile. Ma oltre una cresta nascosta si trova una valle molto più profonda. Se un evento quantistico abbastanza piccolo spingesse la pallina nel modo giusto, potrebbe improvvisamente scivolare oltre la barriera e precipitare in quella valle più profonda. Questo è il decadimento del falso vuoto. Questa, signori, è la silenziosa fine dell’universo.
Se ciò accadesse su scala universale, le conseguenze sarebbero non solo catastrofiche, ma cosmicamente trasformative. Tutto ciò che conosciamo (elettroni, atomi, le leggi della fisica) potrebbe istantaneamente diventare… qualcos’altro. Cosa?
Le regole stesse che governano materia ed energia potrebbero riscriversi in un lampo di sorpresa quantistica. Ciò che chiamiamo “realtà” si dissolverebbe e si riassemblerebbe in una configurazione irriconoscibile. La nostra chimica, biologia, stelle, tempo, spazio: scomparsi, o trasformati al punto da essere irriconoscibili. E non avremmo alcun preavviso.
La fine invisibile dell’universo
Poiché nessuna informazione viaggia più veloce della luce, non potremmo rilevare un’onda di decadimento del falso vuoto in avvicinamento. Potrebbe essere già iniziata da qualche parte ben oltre il nostro universo osservabile (diciamo, a 94 miliardi di anni luce di distanza) e non lo sapremmo fino al momento in cui arriva. Boom. Game over. Nuove regole. Nessun addio.
È come cercare di vedere il vostro battito di ciglia prima che accada. Nel momento in cui lo sapete, è già finito.
Naturalmente, questa è ancora una teoria altamente speculativa. Non c’è bisogno di preparare la vostra borsa di emergenza cosmica. È un’ipotesi fondata sulla logica, certo, ma nessun esperimento la conferma. Per ora, lo scenario di una fine dell’universo basato sul decadimento del falso vuoto è più un prurito cerebrale, una possibilità che si aggira ai margini della fisica (e degli esperimenti mentali alimentati dalla caffeina).
Ma comunque… potrebbe accadere. E l’eleganza crudele di tutto ciò (come un processo silenzioso, inosservabile, assolutamente silenzioso potrebbe improvvisamente riscrivere la storia dell’esistenza) è allo stesso tempo terrificante e, stranamente, bellissima.
Ad astra… e forse, verso un nuovo insieme di leggi fisiche. O forse, questa è solo una versione. E se fosse già accaduto? Da qualche altra parte? E se fossimo il risultato del collasso del vuoto di qualcun altro?
L’articolo La fine dell’universo che non vedremo arrivare è tratto da Futuro Prossimo.
Spazio, universo