La NASA raddoppia: 2 piani per recuperare i campioni da Marte Futuro Prossimo

La NASA raddoppia: 2 piani per recuperare i campioni da Marte Futuro Prossimo

E se tutta la nostra comprensione dell’universo fosse racchiusa in 30 provette attualmente sparse sulla superficie di Marte? I campioni di Marte raccolti da Perseverance potrebbero contenere la chiave per svelare i misteri del Sistema Solare primordiale e dell’eventuale vita sul Pianeta Rosso. Ora la NASA ha un piano per riportarli a casa. Anzi, due.

L’annuncio della NASA: un nuovo approccio

Mi ha sempre affascinato come la NASA sappia reinventarsi quando serve. L’agenzia spaziale ha appena annunciato un cambio di strategia che definirei audace per il suo Mars Sample Return Program: svilupperà simultaneamente due diverse architetture di atterraggio durante la fase di formulazione del progetto.

In pratica, l’agenzia spaziale americana giocherà contemporaneamente due partite di scacchi: una strategia che richiede più risorse iniziali, ma aumenta drasticamente le possibilità di vittoria.

Il valore inestimabile dei campioni di Marte

Come sottolinea Bill Nelson, amministratore della NASA, questi campioni hanno un potenziale straordinario.

Questi campioni hanno il potenziale di cambiare il modo in cui comprendiamo Marte, il nostro universo e, in ultima analisi, noi stessi.

In quelle piccole provette, tra le altre cose, potrebbe nascondersi la risposta alla domanda più antica dell’umanità: siamo soli nell’universo?

Le due strategie in dettaglio

La prima opzione si basa su sistemi di ingresso, discesa e atterraggio già collaudati, in particolare il metodo “sky crane” (gru celeste), dimostratosi efficace con le missioni Curiosity e Perseverance.

La seconda opzione, invece, punta a sfruttare nuove capacità commerciali per consegnare il carico utile sulla superficie marziana. Mi sembra particolarmente intelligente questa doppia strategia: una consolidata e una innovativa, proprio come fa un buon investitore che diversifica il proprio portafoglio.

Per entrambe le opzioni, la piattaforma di atterraggio trasporterà una versione ridotta del Mars Ascent Vehicle: tra le aggiunte al “modello base”, è degna di nota la sostituzione dei pannelli solari con un sistema di alimentazione a radioisotopi, capace di fornire energia e calore anche durante la stagione delle tempeste di sabbia su Marte. È una scelta tecnica di grande affidabilità per operazioni come queste, a milioni di chilometri da casa.

Il contenitore orbitante dei campioni di Marte

Il contenitore orbitante ospiterà 30 provette contenenti i campioni che il lander Perseverance sta raccogliendo dalla superficie marziana. Una riprogettazione del sistema di caricamento dei campioni sul lander semplifica l’implementazione della protezione planetaria inversa, eliminando l’accumulo di polvere all’esterno del contenitore.

È affascinante pensare che stiamo già prendendo precauzioni per proteggere la Terra da potenziali contaminazioni marziane.

La collaborazione internazionale

Entrambe le opzioni di missione dipendono da un sistema di cattura, contenimento e ritorno a bordo dell’Earth Return Orbiter dell’ESA (Agenzia Spaziale Europea) per catturare il contenitore dei campioni in orbita marziana. L’ESA sta attualmente valutando il piano della NASA. A quanto pare, l’esplorazione spaziale è uno dei pochi campi in cui l’umanità riesce ancora a lavorare unita verso un obiettivo comune.

La valutazione scientifica

La Dr. Maria Zuber e il suo team di revisione strategica hanno esaminato attentamente, lo scorso settembre, 11 studi provenienti dalla comunità NASA e dall’industria. Il processo di selezione è stato meticoloso, quasi maniacale nei dettagli.

Nicky Fox, direttrice della Divisione Missioni Scientifiche della NASA, sottolinea come questi campioni di Marte potrebbero rivelarci non solo la storia geologica del pianeta rosso, ma anche darci indizi sulla nascita della vita nel nostro Sistema Solare. Esatto, potremmo essere la generazione che avrà conferma del fatto che la vita si è sviluppata anche su altri mondi.

La sfida tecnologica

Quando penso alla complessità di questa missione, resto sempre stupefatto. Non si tratta solo di raccogliere campioni, ma di progettare un sistema che deve funzionare perfettamente in condizioni estreme, a milioni di chilometri dalla Terra, per poi riportare questi preziosi materiali attraverso lo spazio interplanetario. È come tentare di pescare un singolo granello di sabbia in mezzo all’oceano, ma con la sabbia su un altro pianeta.

Questa missione va ben oltre il recupero di alcuni campioni. Come sottolineato dalla NASA, è un passo cruciale verso l’invio di esseri umani su Marte. Mi piace pensare che stiamo assistendo ai primi passi di un’avventura che porterà l’umanità a diventare una specie multi-planetaria.

Campioni di Marte, un sogno in 30 provette

Mentre scrivo queste righe, 30 piccole provette giacciono sulla superficie di un altro mondo, in attesa di iniziare il loro viaggio verso la Terra. Contengono pochi grammi di polvere e roccia, ma racchiudono il potenziale per riscrivere la nostra comprensione dell’universo.

Mi piace pensare che un giorno, magari non troppo lontano, guarderemo a queste provette in un museo della Terra e ricorderemo il momento in cui abbiamo deciso di raddoppiare le nostre possibilità di successo per riportare a casa un pezzo di Marte. Perché a volte, quando il premio è abbastanza grande, vale la pena anche giocare su due tavoli.

L’articolo La NASA raddoppia: 2 piani per recuperare i campioni da Marte è tratto da Futuro Prossimo.

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