La protesi bionica è sensibile: mai così vicini alla mano perfetta Futuro Prossimo

La protesi bionica è sensibile: mai così vicini alla mano perfetta Futuro Prossimo

Vi siete mai chiesti come sarebbe poter controllare una protesi bionica con la stessa naturalezza di un arto in carne e ossa? Per la prima volta nella storia, un team di ricercatori è riuscito a creare un sistema che non solo permette il controllo mentale di una mano artificiale, ma restituisce al cervello sensazioni tattili incredibilmente realistiche. Una svolta che promette di cambiare per sempre la vita di milioni di persone.

Il tatto artificiale diventa realtà

La storia della ricerca sulle protesi bioniche ha raggiunto un nuovo capitolo emozionante. Gli scienziati del Cortical Bionics Research Group hanno sviluppato un’interfaccia cervello-computer che rappresenta un salto qualitativo molto importante nel campo delle sensazioni artificiali. La loro protesi bionica è in grado di riprodurre le sensazioni tattili più complesse mai ottenute finora, aprendo nuove prospettive per le persone con disabilità.

Il team di ricerca ha utilizzato una tecnologia chiamata stimolazione microcorticale intracranica (ICMS) del cervello, che si è dimostrata capace di generare sensazioni tattili vivide sulla pelle delle persone. Come spiega il ricercatore Giacomo Valle alla guida della ricerca (che vi linko qui), le precedenti implementazioni di questa tecnologia si erano concentrate principalmente sulla riproduzione della posizione e dell’intensità delle sensazioni.

Mentre la posizione del contatto e la forza sono componenti cruciali del feedback, il senso del tatto è molto più ricco di questo, perché trasmette anche informazioni sulla texture, le proprietà dei materiali, i contorni degli oggetti e il movimento degli oggetti sulla pelle.

Protesi bionica, una sperimentazione promettente

I ricercatori hanno coinvolto due volontari con lesioni al midollo spinale, impiantando loro altrettanti elettrodi nelle regioni sensoriali e motorie del cervello che controllano mani e braccia. Questi impianti hanno permesso di registrare e decodificare i diversi pattern di attività elettrica prodotti dal cervello dei volontari mentre pensavano di usare i loro arti paralizzati.

I partecipanti sono stati poi collegati a un dispositivo che fungeva da arto bionico. Con il solo pensiero, potevano controllare la protesi, dotata di sensori che comunicavano con gli impianti cerebrali. I ricercatori sono quindi riusciti a tradurre e inviare sensazioni più complesse legate al tatto attraverso la protesi bionica direttamente agli impianti cerebrali dei volontari.

Un passo verso il futuro

Valle, ricercatore presso la Chalmers University of Technology, sottolinea l’unicità di questa ricerca nel panorama delle interfacce cervello-computer. Per la prima volta, sono state trasmesse sensazioni tattili relative all’orientamento, alla curvatura, al movimento e alle forme tridimensionali.

Come detto, i risultati sono stati sorprendenti: il feedback “arricchito” dei volontari ha anche migliorato la loro capacità di eseguire compiti complessi con la protesi bionica, come spostare oggetti con maggiore precisione. Ovviamente, nonostante questi progressi entusiasmanti i ricercatori sono consapevoli che c’è ancora della strada da fare.

Protesi bionica, i prossimi passi

Saranno necessari sensori più sofisticati e tecnologie robotiche avanzate, come la pelle protesica, per catturare pienamente le sensazioni che ora possono essere codificate e trasmesse all’utente. Inoltre, serviranno impianti cerebrali più avanzati per aumentare la gamma di sensazioni che possono essere stimolate.

Sebbene rimangano molte sfide, questo ultimo studio offre prove che il percorso verso il ripristino del tatto sta diventando più chiaro. Con ogni nuovo risultato, ci avviciniamo a un futuro in cui una parte del corpo protesica non è solo uno strumento funzionale, ma un modo per sperimentare il mondo.

La prossima fase della ricerca sarà testare questi sistemi in ambienti più naturali, come le case dei pazienti. L’obiettivo finale è migliorare l’indipendenza e la qualità della vita delle persone con disabilità.

L’articolo La protesi bionica è sensibile: mai così vicini alla mano perfetta è tratto da Futuro Prossimo.

Medicina, protesi 

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