Trovarsi sospesi fuori dal corpo, attraversare un tunnel verso una luce accecante, incontrare esseri spirituali o defunti cari. Sono le straordinarie esperienze pre morte riportate da chi ha evitato il decesso per un soffio, vivendo una NDE (Near-Death Experience). Un fenomeno che affascina l’umanità da secoli e che oggi la scienza sta iniziando a indagare, alla ricerca di nuove risposte sui misteri della coscienza e del cervello morente.
Analizziamo lo stato delle ricerche tra neuroscienze, psichedelia e spiritualità, che potrebbero ridefinire la nostra comprensione della mente umana e dei nostri confini esistenziali.
Diffuse ma ancora misteriose
Le esperienze pre morte sono state riportate in diverse epoche e culture. Si stima che una percentuale sorprendente della popolazione generale, tra il 5 e il 10%, abbia memoria di un’NDE, incluso un numero compreso tra il 10 e il 23% dei sopravvissuti all’arresto cardiaco.
Un numero sempre crescente di studiosi considera ora le NDE come il frutto di uno stato mentale unico, che può offrire nuove intuizioni sulla natura della coscienza.
“Ora, chiaramente, non mettiamo più in dubbio la realtà delle esperienze pre morte”, afferma Charlotte Martial, neuroscienziata dell’Università di Liegi in Belgio. “Le persone che le riferiscono hanno davvero sperimentato qualcosa”.
Quelli che vivono una NDE ritornano con questa qualità noetica dall’esperienza, che molto spesso cambia la loro vita. Sanno cosa hanno visto.
Christof Koch, neuroscienziato dell’Allen Institute di Seattle e autore di un interessante testo (in inglese) sul tema.
Alle origini della ricerca sulle esperienze pre morte
Raymond A. Moody
La ricerca scientifica sulle NDE ha mosso i primi passi dopo la pubblicazione nel lontano 1975 del libro “Life after Life” (“La vita oltre la vita”, l’edizione italiana aggiornata via via negli anni). L’autore, il medico e psichiatra Raymond A. Moody, dettagliava i resoconti dei pazienti sulle esperienze pre morte. Da allora, solo pochi team di ricerca hanno tentato di indagare empiricamente la neurobiologia delle NDE. Ma i loro risultati stanno già sfidando convinzioni radicate sul cervello morente, inclusa l’idea che la coscienza cessi quasi immediatamente dopo l’arresto cardiaco.
Una scoperta dai risvolti molto importanti per le pratiche di rianimazione, che oggi si basano su idee obsolete di ciò che accade al cervello durante l’arresto cardiaco, sostiene la neuroscienziata Jimo Borjigin della University of Michigan Medical School, autrice di un importante studio nel 2023.
Jimo Borjigin
Se comprendiamo i meccanismi delle esperienze pre morte, potremmo avere nuovi modi di salvare vite.
Jimo Borjigin
Sonde per esplorare noi stessi
Come le droghe psichedeliche e altri mezzi per alterare la coscienza, le esperienze pre morte potrebbero servire come mezzi per rivelare verità fondamentali sulla mente e sul cervello. Si tratta di vere e proprie perturbazioni del sistema della coscienza, “e quando si perturba un sistema, si capisce meglio come funziona”, dice Christopher Timmermann, ricercatore presso il Center for Psychedelic Research dell’Imperial College di Londra.
Se vogliamo comprendere la natura dell’esperienza, dobbiamo tenere conto di ciò che accade ai margini degli stati non ordinari.
Christopher Timmermann
Esperienze pre morte: le sfide metodologiche
Le NDE hanno ovviamente anche importanti implicazioni esistenziali, anche se esattamente quali siano continua a essere oggetto di dibattito nella letteratura scientifica e nelle conferenze. Un incontro del 2023 organizzato dalla New York Academy of Sciences ha esplorato la coscienza attraverso la lente della morte, degli psichedelici e del misticismo. “Queste esperienze trascendenti si trovano nelle principali religioni e tradizioni del mondo”, dice Anthony Bossis, professore assistente di psichiatria presso la New York University Grossman School of Medicine, che ha contribuito a organizzare la conferenza.
Le esperienze pre morte potrebbero avere lo scopo più ampio di aiutare l’umanità a coltivare la comprensione e la consapevolezza della coscienza.
Anthony Bossis
Questo ovviamente rende necessario ancora più rigore nello studio delle NDE. È importante distinguere i risultati empirici dalle credenze. E non è semplice, data (ad esempio) la difficoltà di catturare dati cerebrali durante un arresto cardiaco, e la conseguente necessità di affidarsi principalmente a resoconti soggettivi post-evento.
Verso una nuova comprensione della coscienza che muore (o che viaggia)
Un sempre crescente numero di ricercatori sta cercando di far luce sulla neurobiologia delle esperienze pre morte. Alcuni, come Martial, stanno sondando il cervello di persone che si avvicinano alla morte, nella speranza di comprendere cosa stia accadendo. Altri stanno esplorando le somiglianze tra NDE e stati alterati di coscienza indotti da droghe psichedeliche o da tecniche come l’ipnosi e lo svenimento indotto.
La tecnologia si sviluppa e avvicina sempre di più questo fenomeno ai giusti “riflettori analitici”, che permetteranno di osservarlo in modo scientifico. Diagnostica indossabile e impianti cerebrali promettono di raccogliere dati in ogni circostanza, aumentando la casistica e la qualità dell’indagine.
Al momento, i risultati preliminari suggeriscono che le esperienze pre morte implicano una vera e propria tempesta di attività cerebrale, con picchi di onde gamma ad alta frequenza e regioni cerebrali normalmente dissociate che improvvisamente comunicano. Alcuni studi scientifici interpretano questi risultati come prove che la coscienza possa persistere anche quando il cervello è clinicamente morto. Altri studi li vedono come parte di una tattica di sopravvivenza dell’ultimo minuto, una sorta di thanatosi neurale.
Un viaggio appena iniziato
Indipendentemente da come le persone interpretino le NDE, studiarle potrebbe espandere i confini della rianimazione, fornire una migliore comprensione di mente e cervello e forse fare luce su alcuni dei più profondi misteri dell’esistenza. È un cammino arduo ma affascinante, che richiederà rigore metodologico, apertura mentale e un sano scetticismo.
Ma vale la pena di intraprenderlo. Perché se c’è una cosa che le esperienze pre morte ci insegnano, è che ai confini della vita si celano intuizioni profonde sulla natura della coscienza. Intuizioni che potrebbero trasformare radicalmente la nostra comprensione di noi stessi e del mondo che ci circonda.
In questo viaggio, scienza e spiritualità potrebbero rivelarsi alleate più che antagoniste, guide complementari nella nostra eterna ricerca di significato e comprensione. Un viaggio che, forse, inizia proprio ai confini della vita.
L’articolo La scienza delle esperienze pre morte, tutte le ricerche nel campo è tratto da Futuro Prossimo.
Medicina, coscienza, morte