L'algoritmo sanitario che uccide: la storia di un CEO e un killer Futuro Prossimo

L’algoritmo sanitario che uccide: la storia di un CEO e un killer Futuro Prossimo

Nel cuore di Manhattan, tre parole incise su dei bossoli (“deny, defend, depose”, “nega, difendi, deponi”) rivelano una storia ancora più profonda dell’efferato omicidio del CEO di UnitedHealthcare. Quale? Quella di un algoritmo sanitario che ha negato cure salvavita a migliaia di anziani, ignorando il parere dei medici nella quasi totalità dei casi.

Una vicenda che parte dalla cronaca di questi giorni, e solleva interrogativi inquietanti sul ruolo della tecnologia nelle decisioni che riguardano la vita e la morte.

Cosa è successo

Brian Thompson, 50 anni, CEO di UnitedHealthcare, colosso assicurativo sanitario USA, è stato ucciso a Manhattan mercoledì mattina. Un killer mascherato lo ha atteso fuori dall’Hilton Hotel, sparandogli alla schiena.

La sua società, con un fatturato di 280 miliardi di dollari, è stata coinvolta in una serie di controversie, dalle 
indagini antitrust all’accusa di aver utilizzato un algoritmo per 
negare l’assistenza riabilitativa a pazienti gravemente malati all’inizio di quest’anno.

L’algoritmo sanitario che decide chi curare

Quando l’intelligenza artificiale entra nelle decisioni sulla vita delle persone, il confine tra efficienza e disumanità diventa sottile. L’algoritmo sanitario nH Predict, implementato da UnitedHealthcare, era stato progettato per ottimizzare le decisioni sui rimborsi medici. In realtà, si è trasformato in un sistema automatizzato di negazione delle cure, con un tasso di “errore” del 90%.

La causa intentata dalle famiglie di due pazienti deceduti ha rivelato come questo algoritmo sanitario ignorasse sistematicamente le valutazioni dei medici. Più inquietante ancora è la consapevolezza che UnitedHealthcare fosse a conoscenza di questi errori ma abbia continuato a utilizzare il sistema.

La tecnologia, che dovrebbe essere uno strumento di supporto, è diventata un giudice implacabile della salute altrui, con conseguenze devastanti per migliaia di pazienti anziani.

La vendetta contro il sistema

L’omicidio del CEO Brian Thompson ha scatenato reazioni contrastanti sui social media. Il killer, ancora non identificato, ha lasciato un messaggio inquietante sui bossoli: un manifesto di rabbia contro un sistema che antepone gli algoritmi all’umanità.

Se per comprendere un omicidio c’è bisogno di un’arma, un movente e un colpevole, abbiamo già quasi tutto (compresa una foto del probabile assassino). In quanto al movente, però, come riporta The American Prospect, circa 50 milioni di clienti potrebbero avere avuto motivi di risentimento verso UnitedHealthcare. 50 milioni di assassini potenziali, e 50 milioni di vittime allo stesso tempo.

Per questo la reazione pubblica all’omicidio, sorprendentemente celebrativa, rivela una profonda crisi di fiducia nel sistema sanitario americano. Le tre parole sui bossoli raccontano una storia di frustrazione sistemica, dove la tecnologia viene utilizzata come scudo per decisioni che impattano crudelmente sulla vita delle persone.

Il futuro della sanità automatizzata

Questa vicenda, come detto, solleva interrogativi cruciali sul futuro della sanità. L’integrazione dell’intelligenza artificiale nel settore medico è inevitabile, ma come possiamo assicurare che rimanga uno strumento al servizio dell’umanità e non il contrario?

Un algoritmo sanitario può processare enormi quantità di dati e potenzialmente migliorare l’efficienza del sistema. Ma il caso UnitedHealthcare dimostra anche gli enormi pericoli di delegare completamente le decisioni mediche all’automazione.

La sfida per il futuro sarà trovare un equilibrio tra innovazione tecnologica e supervisione umana, garantendo che l’efficienza non prevalga mai sull’etica e la compassione.

Sorveglianza e controllo nella sanità moderna

L’uso di algoritmi sanitari apre anche questioni sulla privacy e il controllo dei dati medici. Quando un sistema automatizzato ha il potere di decidere sul destino medico di una persona (o sulla sua abilità alla guida), chi controlla questo sistema? Chi garantisce la trasparenza delle sue decisioni?

La creazione di nH Predict dimostra come la mancanza di supervisione possa portare a abusi sistemici. La tecnologia sanitaria del futuro dovrà essere accompagnata da rigorosi sistemi di controllo e bilanciamento.

Questa tragica vicenda deve servire da monito per il futuro della sanità digitale. L’integrazione della tecnologia nel sistema sanitario è necessaria, ma deve essere guidata da principi etici chiari e da una costante supervisione umana.

L’articolo L’algoritmo sanitario che uccide: la storia di un CEO e un killer è tratto da Futuro Prossimo.

Medicina, Tecnologia, assicurazione, intelligenza artificiale 

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