Mani in aria, schermo che si muove come posseduto da uno spirito digitale, programmi che si aprono e si chiudono mentre il pubblico osserva a bocca aperta. No, non è una seduta spiritica tech: è Opera AI in azione.
Durante un evento a Lisbona, i dirigenti della società norvegese hanno mostrato cosa può fare il loro nuovo assistente digitale chiamato Browser Operator, e io sono rimasto ipnotizzato. Come un fantasma invisibile che abita nel browser, il sistema prende il controllo completo della navigazione eseguendo compiti che normalmente richiederebbero minuti di clic e digitazione. L’effetto è tanto inquietante e affascinante al contempo: il cursore che si muove da solo, i menù che si aprono, la magia di internet che accade senza intervento umano.
L’opera invisibile dell’intelligenza artificiale
Perdonatemi se sorrido al pensiero di essere tra quel 2,39% di utenti che (da non molto, invero) usa il browser Opera in Italia; siamo rari come i vinili negli anni ’90. Eppure questa piccola società norvegese sta realizzando qualcosa di potenzialmente sconvolgente. A differenza dei colossi che inseriscono l’intelligenza artificiale in app separate o nei software di produttività, Opera ha avuto un’idea più elegante: integrare l’AI direttamente nel browser, dove passiamo buona parte della nostra vita digitale.
Durante la dimostrazione, Henrik Lexow (direttore del marketing tecnologico e responsabile AI dell’azienda) ha digitato una semplice richiesta: pianificare un viaggio in bicicletta in Toscana. Ha poi alzato le mani come un mago che non ha nulla da nascondere, e Operator ha fatto il resto: ha aperto Booking.com, ha navigato nell’interfaccia, selezionato date, cercato alloggi e persino suggerito un hotel. Tutto questo mentre il pubblico guardava con un misto di meraviglia e sottile inquietudine.
Tra flessibilità e privacy di Opera AI
Il bello (o il terrificante, a seconda dei punti di vista) è che Opera AI non si è fermata qui. Ha cercato video su YouTube su come trasportare una bicicletta in aereo, e ha persino ordinato fiori gialli da un negozio portoghese locale, compilando informazioni di pagamento e consegna. Non tutto è andato perfettamente, ma vi assicuro che vedere un computer che si muove da solo con tale autonomia ha qualcosa di profondamente diverso rispetto a una semplice chat con ChatGPT.
La differenza sostanziale, come spiegato dall’azienda, è che mentre altri sistemi AI devono “guardare” lo schermo come farebbe un essere umano, cercando di capire cosa c’è davanti, Browser Operator ha accesso diretto al codice HTML delle pagine web. Capisce quali elementi sono testo, quali sono menu a tendina, quali sono campi da compilare. E tutto questo avviene localmente, con maggiori garanzie di privacy rispetto ai sistemi che inviano costantemente dati a server remoti.

Un futuro ancora in costruzione
Lexow sottolinea che Opera AI non vuole “fare il lavoro al posto tuo” (e menomale, aggiungerei con una punta di sarcasmo). L’idea è piuttosto quella di avere “un amico seduto accanto a te” che può occuparsi delle incombenze online mentre tu fai altro. Solo che, a differenza di un amico, non si stanca mai, non si distrae, e non ti chiede favori in cambio.
L’azienda non ha rivelato quando questa funzionalità sarà disponibile per tutti. Nel frattempo, io mi domando: quando permetteremo ai computer di fare sempre più cose al posto nostro, cosa faremo noi con tutto quel tempo risparmiato? Perché, ironia della sorte, probabilmente lo useremo per stare ancora di più davanti a uno schermo.
Solo che stavolta guarderemo un computer che fa le cose al posto nostro.
L’articolo Opera AI stupisce tutti: il browser naviga sul web al posto tuo è tratto da Futuro Prossimo.
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