Ricordate quando il massimo della tecnologia in pensione era un telecomando universale? Bene, preparatevi a un upgrade drastico. Immaginate di svegliarvi nella vostra casa e trovare colazione pronta, casa pulita e un assistente personale robotico pronto ad aiutarvi con la giornata.
Non avete vinto alla lotteria: siete solo in un futuro possibile, quello della pensione assistita dall’intelligenza artificiale. I robot umanoidi stanno bussando (anche) alla porta della terza età, promettendo di rivoluzionare il concetto stesso di vita da pensionati.
La rivoluzione robotica nella terza età
Il mondo della pensione sta per subire una trasformazione radicale. Aziende come Tesla e Figure stanno sviluppando robot umanoidi che potrebbero presto diventare parte integrante della vita quotidiana degli anziani.
Non si tratta più dei robot goffi e limitati che abbiamo visto nei film di fantascienza degli anni ’80. Saranno assistenti sofisticati capaci di svolgere una vasta gamma di compiti domestici, e persino di intrattenere conversazioni di base.
Dalle fabbriche alle case di riposo
Inizialmente concepiti per lavorare nelle fabbriche, questi robot stanno rapidamente evolvendo verso applicazioni domestiche. Il robot F.02 di Figure, ad esempio: è alto 1,70 metri, pesa circa 70 kg e può lavorare per 20 ore prima di ricaricarsi. Immaginate di averne uno intorno a sollevare pesi, fare le pulizie e persino preparare i pasti, il tutto senza mai lamentarsi (forse).
Naturalmente, questa tecnologia avanzata ha un prezzo. Attualmente, la produzione di un robot umanoide costa tra i 30.000 e i 150.000 dollari. Gli esperti del settore prevedono che i costi diminuiranno nel tempo, rendendo questi assistenti robotici accessibili a un pubblico più ampio. Un giorno li troveremo nei negozi di elettronica accanto ai frigoriferi e alle lavatrici, o dai concessionari di auto.
L’elettrodomestico per la pensione
Tengo molto a mantenere una certa distanza tra l’umano e la macchina, ma so bene che è un minuetto destinato alla sconfitta. La verità è che questi robot non sono solo macchine per le faccende domestiche. Grazie all’integrazione con l’intelligenza artificiale, potrebbero diventare veri e propri “compagni di vita”.
Immaginate la combinazione di un assistente che non solo vi ricorda di prendere le medicine, ma che può anche discutere con voi dell’ultimo libro che avete letto o della partita di calcio della scorsa notte. Magari mentre aspettate un consulto medico (a distanza).
È chiaro che la prospettiva di introdurre robot umanoidi nelle case degli anziani solleva una serie di questioni etiche e sociali. Che impatto avrà sulla qualità delle relazioni umane? Possiamo davvero affidare la cura dei nostri cari a delle macchine, per quanto avanzate? Qui serve tanta, tanta filosofia.
Il passato va in pensione
Nonostante le sfide, sembra che il futuro stia arrivando più velocemente di quanto pensiamo. Aziende come ElliQ stanno già producendo “Care-Bot”, dispositivi AI per combattere la solitudine degli anziani. E con l’invecchiamento della popolazione globale e la diminuzione del numero di giovani, la domanda di assistenza robotica è destinata a crescere.
Forse è giunto il momento di riconsiderare cosa significa andare in pensione. Invece di sognare una nuova auto sportiva o una casa al mare, potremmo presto trovarci a mettere da parte i risparmi per il nostro futuro compagno robotico. A lasciare un po’ di spazio nel nostro salotto per un coso alto 1,70 metri, fatto di metallo e silicio, che non ci mette cuore perché non ne ha, ma ad impegno non è secondo a nessuno.
L’articolo Pensione del futuro: un robot come “strumento” di vita quotidiana è tratto da Futuro Prossimo.
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