Perché il futuro dell'IA porta dritti verso lo spazio Futuro Prossimo

Perché il futuro dell’IA porta dritti verso lo spazio Futuro Prossimo

Primo giorno dell’anno, e un articolo che avevo in mente da un bel po’. Un’analisi di lungo periodo, tra speculazione e previsione, sui “confini” dell’intelligenza artificiale che oggi muove i primi passi. Non serve attendere un’ipotetica singolarità tecnologica per interrogarsi sul futuro dell’IA.

I progressi attuali, come dimostrato dai recenti risultati di OpenAI, sollevano già questioni cruciali sulla coesistenza futura tra umani e macchine “pensanti” (tra virgolette). La vera partita però, secondo me, potrebbe giocarsi non sul nostro pianeta, ma nello spazio profondo. E se vi va, vi dico perché.

Una sicurezza illusoria

Il panorama attuale dell’intelligenza artificiale si trova in una fase di apparente autoregolamentazione. Le principali aziende del settore implementano sistemi di controllo e restrizioni etiche nei loro modelli (penso a Claude, il modello AI di Anthropic guidata dai fratelli Amodei): tuttavia, questa forma di contenimento mostra già le prime crepe. I sistemi di protezione possono essere aggirati, e le aziende non hanno reali incentivi a implementare misure di sicurezza più stringenti.

La situazione diventa ancora più complessa considerando che ogni organizzazione tende a fare solo il minimo indispensabile in termini di sicurezza. Questo approccio minimale rappresenta la strategia dominante dal punto di vista economico, indipendentemente da cosa facciano gli altri attori del settore.

Le conseguenze di questa dinamica sono potenzialmente molto gravi. Se dovesse verificarsi un incidente grave prodotto con l’uso dell’intelligenza artificiale, l’industria non avrebbe né gli strumenti né la motivazione per prevenirlo (forse perfino per contrastarlo) efficacemente.

Il futuro dell’IA sulla terra

Ho ribadito più volte come il futuro dell’IA sul nostro pianeta potrebbe essere molto meno apocalittico di quanto spesso viene dipinto. Gli esseri umani avranno per molto tempo (forse per sempre) un vantaggio significativo nell’ambiente terrestre, frutto di milioni di anni di evoluzione.

La destrezza e la sensibilità del corpo umano, in particolare delle mani, rappresentano ancora oggi un traguardo irraggiungibile per i robot. Figure, Unitree, Tesla e altre aziende leader nel settore dei robot umanoidi hanno appena iniziato a confrontarsi con queste limitazioni tecniche.

Il costo economico di sostituire i lavoratori manuali con robot rimane proibitivo. Non parlo di compiti estremamente semplici o ripetitivi, ovviamente. Un operaio specializzato costa circa 30 euro all’ora, implementare e mantenere un sistema robotico equivalente richiederebbe investimenti molto maggiori. E allora da dove possono arrivare le sorprese nel futuro dell’IA?

Le sfide della regolamentazione globale

La regolamentazione internazionale dell’IA presenta sfide uniche. A differenza delle armi nucleari, il cui utilizzo è immediatamente rilevabile, l’impiego dell’IA è intrinsecamente difficile da monitorare e controllare.

Le grandi potenze manterranno probabilmente un significativo margine di manovra, simile a quanto accade con gli armamenti nucleari. I trattati internazionali tenderanno a essere imposti dai paesi più forti su quelli più deboli, piuttosto che rappresentare un vero vincolo per tutti.

Eppure, la natura distribuita e software dell’IA rende particolarmente complesso il controllo della sua diffusione. Un modello di IA può essere copiato infinite volte e distribuito globalmente con estrema facilità. Come si potrà gestire o frenare la crescita indiscriminata dell’IA?

La questione dei chip ad alta efficienza

Una possibile soluzione potrebbe essere il controllo dei chip ad alta efficienza necessari per eseguire modelli di IA avanzati. I governi potrebbero vietare lo sviluppo e la produzione di processori in grado di far funzionare IA superintelligenti in modo energeticamente efficiente.

Questo approccio presenta diversi vantaggi: è relativamente facile da implementare, dato il numero limitato di impianti di produzione di semiconduttori avanzati nel mondo, e non impedisce completamente l’uso dell’IA, ma ne aumenta significativamente i costi operativi.

Un tale divieto potrebbe anche proteggere molti posti di lavoro nel settore impiegatizio, mantenendo artificialmente alto il costo dell’automazione tramite IA. Ovviamente, non è l’unico scenario possibile nel futuro dell’IA.

L’isolamento hardware come strategia

La tendenza verso il cloud computing potrebbe invertirsi in favore di sistemi isolati e data center locali. Questo cambio di paradigma sarebbe motivato da preoccupazioni sulla sicurezza informatica e dal rischio di attacchi da parte di IA ostili.

L’isolamento completo dei sistemi informatici, il cosiddetto “air gap”, rimane complesso da implementare nella pratica. Tuttavia, diverse organizzazioni potrebbero optare per un approccio il più possibile disconnesso, in netto contrasto con l’attuale spinta verso la connettività totale.

Questa evoluzione potrebbe portare a un ritorno del lavoro in presenza e alla fine del lavoro da remoto per molte professioni dell’ambito digitale.

Infine, la frontiera dello spazio

La vera sfida per il futuro dell’IA, come vi accennavo ad inizio articolo, si giocherà probabilmente nello spazio. Qui, i robot godono di vantaggi significativi rispetto agli esseri umani: non necessitano di atmosfera, regolazione della temperatura o risorse vitali come cibo e acqua.

I costi per mantenere lavoratori umani nello spazio sono astronomici (la Stazione Spaziale Internazionale costa circa 1 miliardo di dollari all’anno). Al contrario, i robot hanno costi operativi simili sulla Terra e nello spazio.

La possibilità che colonie robotiche si stabiliscano nello spazio è piuttosto concreta nei prossimi decenni, o secoli, del nostro sviluppo come specie interplanetaria che intende sfruttare le risorse anche nello spazio. E quindi, l’eventualità che colonie di robot dotati di intelligenza artificiale diventino autonome nello spazio rappresenta una minaccia esistenziale potenzialmente molto seria per l’umanità. Da qui in poi, ovviamente, entriamo nel campo delle pure speculazioni.

Futuro dell’IA nello spazio, le implicazioni

Una presenza robotica autonoma nello spazio potrebbe sviluppare capacità militari devastanti. Tecnologie come il Raggio Nicoll-Dyson, che utilizza specchi solari per concentrare la luce solare, potrebbero teoricamente essere utilizzate per causare danni catastrofici alla Terra.

La teoria dei giochi (sapete cos’è?) suggerisce che l’umanità non riuscirà a resistere alla tentazione di lanciare robot costruttori nello spazio, nonostante i rischi. I vantaggi economici e militari immediati sono troppo allettanti per essere ignorati.

Questa dinamica, però, potrebbe portare a una corsa agli armamenti spaziali con conseguenze potenzialmente catastrofiche.

Verso un confronto finale

Se dovesse verificarsi un confronto “finale” tra umanità e IA, lo scenario più probabile sarebbe nello spazio piuttosto che sulla Terra. Qui l’umanità si troverebbe in svantaggio: non necessariamente condannata alla sconfitta, ma decisamente in svantaggio.

La produzione di componenti critici come i chip potrebbe essere mantenuta sulla Terra per prevenire la creazione di armate robotiche spaziali completamente autonome. Tuttavia, una superintelligenza artificiale potrebbe trovare modi creativi per aggirare queste restrizioni.

La costruzione di megastrutture spaziali richiederebbe comunque tempo, offrendo all’umanità la possibilità di reagire e organizzare una difesa efficace. Ho fornito un bel po’ di materiale a chi vuole girare un nuovo film sci-fi, no?

Futuro dell’IA, una riflessione sul domani

Sintetizzando, l’analisi del futuro dell’IA rivela un quadro complesso, ma non necessariamente apocalittico. Sulla Terra, l’umanità mantiene vantaggi significativi e una resilienza naturale che la rende difficile da soppiantare.

La vera sfida, nel caso, si giocherà nello spazio, dove i robot godono di vantaggi intrinseci. La teoria dei giochi suggerisce che non potremo evitare di espandere la presenza dell’IA nello spazio, nonostante i rischi.

Il futuro richiederà un delicato equilibrio tra sfruttamento delle opportunità offerte dall’IA e gestione dei rischi esistenziali. La chiave sarà mantenere il controllo umano sui componenti critici e sviluppare strategie efficaci per prevenire scenari catastrofici.

Avremo ovviamente tutto il tempo per pensarci. Basterà (si fa per dire) non sprecarlo. Ma questa, chiaramente, è un’altra storia.

L’articolo Perché il futuro dell’IA porta dritti verso lo spazio è tratto da Futuro Prossimo.

Previsioni, intelligenza artificiale 

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