Se avete sempre sognato di poter chiacchierare con i vostri personaggi preferiti dei videogiochi come se fossero persone reali, potreste essere più vicini di quanto immaginiate alla realizzazione del sogno. Un video interno trapelato dal gruppo PlayStation di Sony ha rivelato che l’azienda giapponese sta segretamente lavorando a una versione potenziata dall’intelligenza artificiale della protagonista di Horizon Forbidden West. Aloy, l’eroina dai capelli rossi che milioni di giocatori hanno imparato ad amare, potrebbe presto trasformarsi da personaggio “preimpostato” in un’entità capace di mantenere una conversazione fluida e reattiva in tempo reale.
Il filmato, illustrato dalla voce di un dirigente dell’Advanced Technology Group di Sony, mostra qualcosa che fino a poco tempo fa avremmo considerato fantascienza: un’Aloy che risponde a domande vocali con un tono naturale, espressioni facciali appropriate e una comprensione contestuale di ciò che le viene chiesto, il tutto mentre il gioco continua a svolgersi.

Quando l’intelligenza artificiale incontra PlayStation
Vi fermate durante una sessione di gioco per fare una domanda al personaggio che state controllando: non so, una curiosità sulla trama del gioco, magari, o un consiglio su come procedere. Figata? Sharwin Raghoebardajal, direttore dell’ingegneria software presso Sony Interactive Entertainment, ha mostrato esattamente questo scenario in un video dimostrativo.
La tecnologia mostrata combina diversi sistemi di intelligenza artificiale: OpenAI Whisper per trasformare la voce in testo, GPT-4 e Llama 3 per gestire le conversazioni e prendere decisioni. Ma l’aspetto più interessante riguarda le tecnologie proprietarie di Sony: un sistema chiamato Emotional Voice Synthesis (EVS) per generare la voce espressiva di Aloy, e la tecnologia Mockingbird per sincronizzare l’audio con le animazioni facciali.
Il risultato è sorprendentemente fluido, con Aloy che risponde a domande spontanee sia in un ambiente di test che durante il gameplay effettivo di Horizon Forbidden West. Quello che mi colpisce di più è che, secondo Raghoebardajal, parti di questa tecnologia sono state testate direttamente su console PS5 “con basso consumo di risorse” (il che suggerisce che l’implementazione potrebbe essere più vicina di quanto pensiamo).
Aloy e compagni: la corsa all’intelligenza artificiale nei videogames
Sony non è l’unica a esplorare questo territorio. Nvidia ha presentato più volte nel 2024 la sua tecnologia Ace per NPC alimentati da intelligenza artificiale, arrivando a creare una demo giocabile chiamata “Covert Protocol” in collaborazione con Inworld AI.
Anche Microsoft si sta muovendo rapidamente in questa direzione, collaborando con la stessa Inworld AI per portare personaggi AI sulle console Xbox. L’azienda di Redmond ha persino sviluppato un modello proprietario chiamato Muse AI, progettato per generare gameplay e ambienti di gioco per prototipi e ideazione.
È evidente che c’è una vera e propria corsa tra i giganti del settore, e la cosa non sorprende: chi riuscirà a implementare questa tecnologia in modo efficace potrebbe ridefinire completamente l’esperienza videoludica per gli anni a venire.

Un futuro entusiasmante o preoccupante?
Le implicazioni di questa tecnologia sono enormi, e non tutte positive. Da una parte, l’idea di personaggi videoludici capaci di conversazioni dinamiche e risposte contestuali apre possibilità narrative incredibili. Immaginate un videogioco in cui ogni personaggio può avere conversazioni uniche e ricordare le vostre interazioni passate, o un’avventura dove il protagonista può davvero aiutarvi quando siete bloccati.
Dall’altra parte, c’è una cosa su cui riflettere: quale sarà l’impatto di queste tecnologie sui doppiatori e sugli sviluppatori di giochi?
Questo è solo un assaggio di ciò che è possibile
Ha affermato Raghoebardajal nel video, ma la frase assume connotazioni diverse a seconda di chi la legge. Per alcuni sviluppatori potrebbe suonare come una minaccia al proprio lavoro creativo, specialmente in un periodo in cui i licenziamenti stanno colpendo duramente l’industria dei videogiochi.
Un recente sondaggio della Game Developers Conference (GDC) 2024 ha rivelato che quasi la metà (49%) dei 3.000 intervistati utilizza già strumenti di AI generativa sul posto di lavoro, con il 31% che afferma di usarli personalmente. La tendenza è chiara e inarrestabile.
Questi esperimenti di Sony con personaggi PlayStation potenziati dall’intelligenza artificiale sono destinati a generare ulteriori discussioni sul ruolo dell’AI nella creazione di videogiochi. E mentre il dibattito infuria, la tecnologia continua ad avanzare, portandoci verso un futuro dove la linea tra personaggi programmati e entità autonome diventa sempre più sfumata.
L’articolo PlayStation AI sfida tutti: “Aloy di Horizon prenderà vita” è tratto da Futuro Prossimo.
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