Provate a immaginare una nave che non galleggia sull’acqua, ma ci rotola sopra. Sembra assurdo, vero? Eppure alla fine del XIX secolo, menti brillanti come quelle di Ernest Bazin e Frederick Knapp erano convinte che il futuro della navigazione appartenesse alle Roller Ship, imbarcazioni dotate di enormi ruote cilindriche che avrebbero dovuto scivolare sull’acqua con meno resistenza di uno scafo tradizionale.
La visione era affascinante: navi che sfrecciavano attraverso gli oceani a velocità mai viste, superando la resistenza dell’acqua: ma come spesso accade nelle grandi storie di innovazione, c’è una notevole differenza tra una teoria affascinante e la sua applicazione pratica.
Il “sogno rotante” di Bazin
L’idea alla base delle roller ship, vi dicevo, era ingegnosamente semplice: sostituite lo scafo di una nave con grandi cilindri rotanti e teoricamente ridurrete la resistenza dell’acqua. Bazin immaginava che questi cilindri, ruotando, avrebbero creato meno attrito rispetto a uno scafo tradizionale che deve “spingere” l’acqua per avanzare.
La sua roller ship, battezzata Ernest-Bazin (un tocco di egocentrismo deliziosamente francese), aveva un aspetto che definirei “stranamente futuristico per il passato”: una piattaforma rettangolare sostenuta da sei enormi ruote cilindriche. Bazin prometteva che questa meraviglia dell’ingegneria avrebbe raggiunto la strabiliante velocità di “un miglio al minuto” (circa 60 nodi, oltre 100 chilometri orari): un’autentica rivoluzione per l’epoca.
Riesco quasi a percepire l’eccitazione negli occhi degli investitori mentre Bazin illustrava il suo progetto con quell’entusiasmo tipico degli inventori convinti di aver trovato la soluzione definitiva. Peccato che la fisica avesse altri piani.

Roller Ship, la realtà affondò il sogno
Quando finalmente la Ernest-Bazin toccò l’acqua, la realtà si presentò nella forma più brutale possibile. La nave stentava a superare i cinque nodi (9 chilometri orari, ben lontana dal “miglio al minuto” promesso) e si dimostrò anche difficile da manovrare.
I problemi? Erano tanti, e radicati nei principi fondamentali dell’idrodinamica che Bazin aveva, con eccessivo ottimismo, sottovalutato.
Dopo alcune prove infruttuose, la roller ship di Knapp fu permanentemente ormeggiata e infine demolita.
Il problema principale? L’attrito non funziona come Bazin aveva previsto. Le ruote, immerse parzialmente nell’acqua, dovevano comunque spostare grandi volumi di fluido, creando una resistenza considerevole. Inoltre, il sistema di propulsione necessario per far girare quei cilindri giganti consumava molta più energia di quanto fosse pratico.
Il tentativo nordamericano
Non fu solo Bazin a inseguire il sogno delle “navi con le ruote”. Dall’altra parte dell’Atlantico, anche Frederick Knapp sviluppò la sua versione di roller ship. Il suo approccio era leggermente diverso: un cilindro centrale con estremità coniche, progettato per “rotolare” attraverso l’acqua.
Il risultato, però, non fu molto diverso. Anche la nave di Knapp si dimostrò lenta, poco maneggevole e ben lontana dalle aspettative. Dopo alcune prove deludenti, condivise il destino inglorioso della sua “cugina francese”.

Roller Ship, un’eredità di audacia
Quello che condannò i progetti di Bazin, Knapp e altri visionari non fu tanto il concetto in sé, quanto le realtà dell’attrito, della dinamica dei fluidi e i limiti dell’ingegneria del tardo XIX secolo. Le loro roller ship restano una curiosa nota a piè di pagina nella storia navale, un promemoria commovente di come anche le idee più fantasiose debbano alla fine piegarsi alle leggi del mondo reale.
C’è qualcosa di profondamente umano in questi fallimenti magnifici. Perché, ammettiamolo, sarebbero state davvero spettacolari da vedere in azione, queste navi con le ruote. Mi piace pensare che in qualche universo parallelo, dove le leggi della fisica sono un po’ più accomodanti, flotte di roller ship attraversino gli oceani, con i loro enormi cilindri che brillano al sole mentre scivolano elegantemente sull’acqua.
Nel nostro universo, tuttavia, sono fotografie sbiadite e progetti dimenticati, testimoni di un tempo in cui alcuni osarono sfidare le convenzioni e immaginare un modo completamente nuovo di navigare.
L’articolo Roller ship, quando le navi avevano le ruote è tratto da Futuro Prossimo.
Il futuro di ieri, navi