Vi ricordate di Lensa AI, l’app che spopolava a fine 2022 trasformando i nostri selfie in splendidi avatar in stile fantasy o anime? Ebbene, quell’innocuo divertissement era solo la punta dell’iceberg di una rivoluzione tecnologica ben più profonda e potenzialmente dirompente: quella dei “sosia IA”, ovvero sosia digitali creati dall’intelligenza artificiale a partire dai nostri dati biometrici.
Sosia talmente realistici da essere quasi indistinguibili dalle persone in carne e ossa, ma generati senza il nostro consenso e al di fuori di qualsiasi regolamentazione. Una pratica che solleva enormi questioni etiche e legali. C’è un articolo di Express VPN analizza nel dettaglio il fenomeno: dal furto d’identità alla perdita di controllo sulla propria immagine le incognite sono tante.
Ma i sosia digitali non sono l’unico rischio moderno di “perdere” l’identità. Ve ne dico altri?
Deepfake, una faccia in prestito
Un altro esempio eclatante di pericolo per identità e reputazione online è quello dei deepfake, video ultrarealistici che mostrano persone reali dire o fare cose mai avvenute. Grazie all’IA, chiunque può “rubare” il volto di una persona e manipolarlo a piacimento, con conseguenze potenzialmente devastanti.
Immaginate un deepfake che vi mostra mentre commettete atti illegali o immorali, magari diffuso online per screditarvi. Una prospettiva che mette a rischio reputazione, relazioni, persino la libertà personale. E che con la “democratizzazione” ed il progresso di questa tecnologia rischia di essere ancora più frequente e difficile da distinguere.
Niente faccia, ma tutto il resto
Il furto di dati biometrici, come impronte digitali o scansioni della retina sarà il prossimo, grande elefante nella cristalleria. Con l’uso sempre più pervasivo di questi sistemi di autenticazione, crescerà il rischio che hacker o malintenzionati si impossessino delle nostre “chiavi” biologiche per accedere a conti bancari, dispositivi, aree riservate.
Un furto d’identità potenzialmente irreversibile, perché a differenza di una password non possiamo cambiare le nostre impronte per escludere chi le adopera in modo fraudolento.
Sono sosia, ma non ci somigliano per niente
In sintesi, nell’era digitale l’identità personale è un asset sempre più prezioso e fragile al tempo stesso. Un bene da custodire con la massima cura e attenzione: perderlo significa smarrire un pezzo di noi stessi.
Al netto delle giuste precauzioni da adottare, comunque, serve ricordarsi che non dobbiamo per questo rinunciare ai vantaggi della tecnologia o chiuderci in una fortezza di diffidenza e paura. I ladri di identità vorranno sempre impersonarci, ma non potranno mai catturare la nostra autenticità. Perché nell’era dei sosia digitali, il vero rischio non è avere un doppio, ma smarrire il nostro io più autentico e irripetibile.
L’articolo Sosia digitali & altri rischi: se l’IA ti ruba l’identità senza permesso è tratto da Futuro Prossimo.
Consigli, deepfake