L’invecchiamento è un processo complesso che ha affascinato scienziati e filosofi per secoli. Ora, una nuova ricerca pubblicata sulla prestigiosa rivista Cell (ve la linko qui) sta facendo luce su uno dei suoi meccanismi chiave: l’attività dell’enzima telomerasi. Questo studio non promette miracoli, ma può apre nuove strade per uno straordinario miglioramento del modo in cui invecchiamo.
La telomerasi: il meccanico delle cellule
Ehi voi, sì, proprio voi che state cercando di ignorare quella nuova ruga allo specchio. Sapete che dentro le vostre cellule c’è un minuscolo meccanico che cerca di tenere insieme i pezzi del tuo DNA? Si chiama telomerasi, e ha un’ossessione: proteggere le estremità dei cromosomi, quei telomeri che sono un po’ come quei tappi di plastica sui lacci delle scarpe.
Senza di loro, i geni inizierebbero a sfilacciarsi più velocemente di quanto noi possiamo dire “Ho bisogno di una crema antirughe”.
Ripristinando farmacologicamente i livelli di TERT, siamo in grado di riprogrammare l’espressione di questi geni.
Dr. Ronald DePinho, primo autore dello studio
Telomerasi, un tuffo nella fontana molecolare della giovinezza
I ricercatori dell’Università del Texas MD Anderson Cancer Center hanno scoperto una molecola che potrebbe essere il Santo Graal dell’anti-age. Questa piccola meraviglia può riportare i livelli di TERT (l’enzima che aiuta a mantenere la lunghezza dei telomeri aggiungendo sequenze di DNA ripetitive) ai livelli di quando ascoltavamo musica su un Walkman.
Non è una formula magica, non ci darà la vita eterna, ma può farci fare tanti passi avanti su tre settori cruciali in età avanzata:
Combatte l’infiammazione cronica;
Potenzia la memoria;
Migliora la funzione muscolare.
Vi pare poco?
Dai topi Matusalemme ai topi Benjamin Button
È lo stesso topo. Lo stesso.
Ora, prima che iniziate a cercare questa molecola miracolosa su Amazon o a scrivermi a decine (vi risponderò sempre, ci vuole solo un po’ perché iniziate ad essere tanti), un piccolo disclaimer: finora, questi risultati sono stati osservati solo su topi molto, molto anziani. Stiamo parlando dell’equivalente murino di persone over 75.
Dopo sei mesi di trattamento con il composto attivatore della telomerasi (TAC), questi “topi nonnetti” hanno mostrato miglioramenti da far invidia a un topo “adolescente”:
Nuovi neuroni nel cervello (chi ha detto che non si possono insegnare nuovi trucchi a un vecchio topo?)
Funzioni cognitive migliorate (forse ora ricordano dove hanno nascosto tutto quel formaggio)
Guadagni impressionanti in forza e coordinazione (pronti per “Ballando con le Stelle: edizione roditori”).
Non solo per i cugini di Mickey Mouse
Ma ecco la parte davvero eccitante: questa ricerca potrebbe avere implicazioni anche per noi umani.
I ricercatori avevano già scoperto che il trattamento TAC può ringiovanire anche le linee cellulari umane, aumentando la sintesi dei telomeri e riducendo i danni al DNA: oggi iniziano a capire come, e soprattutto quanto può funzionare. Prossimi passi? Serve più ricerca per confermare la sicurezza e l’efficacia del TAC a lungo termine. Poi la parte più delicata, il passaggio ai test sull’uomo.
Questo ennesimo passo avanti sulla “pista” della telomerasi non è la bacchetta magica dell’eterna giovinezza, ma emoziona. È come se avessimo scoperto un nuovo pezzo del puzzle dell’invecchiamento. Potrebbe aprire la strada a nuovi trattamenti per malattie legate all’età come l’Alzheimer o il cancro, e magari un giorno ci aiuterà a invecchiare con più grazia e meno scricchiolii.
Fino ad allora, ricordate: l’età è solo un numero. È come vi sentite dentro che conta davvero. E se vi sentite giovani dentro, beh, forse la vostra telomerasi sta già facendo un buon lavoro.
L’articolo Telomerasi, aperte nuove frontiere nella battaglia contro l’età è tratto da Futuro Prossimo.
Medicina, invecchiamento, telomeri