Un drone arbitro? Al calcio manca solo il VAR volante Futuro Prossimo

Un drone arbitro? Al calcio manca solo il VAR volante Futuro Prossimo

Il calcio è il gioco più bello del mondo, ma anche quello che più di tutti fa discutere per le decisioni arbitrali. Che si tratti di un gol fantasma o di un fuorigioco millimetrico, un fischio sbagliato può scatenare polemiche infinite e persino scontri tra tifosi. Ma se a prendere le decisioni fosse un arbitro infallibile, un occhio elettronico che sorveglia il campo dall’alto e segnala i falli con assoluta precisione? È l’idea visionaria di Seungmin Ha, un designer che ha progettato “Referee”, il primo drone arbitro al mondo.

occhio.

Il calcio che fa girare le pale

“Referee” è un sistema a due parti che nella visione del design coreano vorrebbe rivoluzionare il modo in cui arbitriamo e viviamo il calcio, soprattutto a livello amatoriale. Da un lato c’è il drone vero e proprio, un quadricottero dotato di videocamera HD e luci a LED, che vola sopra il campo seguendo il pallone e i giocatori. Dall’altro c’è l’app di controllo, che permette di personalizzare i colori del drone e di rivedere i momenti chiave del match.

Ma la vera magia sta nella capacità del drone di rilevare automaticamente i falli e segnalarli in tempo reale con un fischio e un lampeggio. Grazie alla visione dall’alto e all’occhio infallibile della videocamera, “Referee” non si lascia sfuggire nemmeno un’infrazione, dal fallo di mano al fuorigioco, dal cartellino giallo a quello rosso.

Un arbitro portatile. Per tutti

Il bello di “Referee” è che non è un gadget per smanettoni, ma un vero e proprio strumento che ha l’ambizione di democratizzare il gioco del calcio. Immaginate di poter organizzare una partita tra amici in qualsiasi momento, senza dovervi preoccupare di trovare un arbitro imparziale o di discutere per ore su un gol dubbio. Con il drone arbitro, basta accenderlo, lanciarlo in aria e godersi il match, sapendo che ogni decisione sarà presa in modo oggettivo e indiscutibile.

Un arbitro tascabile, sempre pronto a entrare in azione per garantire il fair play e il divertimento di tutti.

La situazione, gli highlights, le statistiche, tutto a portata di mano e in tempo reale.

Dal campetto alla Champions League?

Certo che questo Seungmin Ha è davvero dotato di una fervida immaginazione. Secondo lui, infatti, il drone arbitro potrebbe un giorno approdare anche sui campi professionistici, affiancando o addirittura sostituendo gli arbitri in carne e ossa. Riuscite a immaginare la scena?

Pensate a quante polemiche e tensioni si potrebbero evitare se a decidere sui casi più controversi fosse un occhio elettronico imparziale, in grado di rivedere ogni azione al rallentatore e da ogni angolazione. Niente più “sudditanza psicologica”, niente più “favori al palazzo”, solo decisioni cristalline basate su dati oggettivi. Un sogno per i tifosi, un incubo per i complottisti.

Un fischio e un colore diverso per ogni tipo di infrazione.

VAR 2.0: il futuro è già qui?

Certo, c’è chi potrebbe storcere il naso di fronte all’idea di affidare il “gioco più bello del mondo” a un drone senz’anima. In fondo, diranno i puristi, l’errore umano fa parte del fascino del calcio, così come la discussione da bar e la polemica da salotto. Un mondo di decisioni inappellabili prese da una macchina volante sarebbe forse più giusto, ma anche più freddo e asettico.

Eppure, non possiamo ignorare che il calcio, come ogni altro sport, è in continua evoluzione, e che la tecnologia sta già plasmando il modo in cui lo viviamo e lo interpretiamo. Basti pensare al VAR, il sistema di video assistenza arbitrale che ha fatto il suo debutto nei Mondiali del 2018, tra scetticismi e entusiasmi. Nonostante le critiche e le resistenze iniziali, il VAR si è ormai imposto come uno strumento indispensabile per garantire maggiore giustizia e trasparenza nelle decisioni più delicate.

In questo senso, il drone arbitro di Seungmin Ha potrebbe rappresentare il prossimo passo nell’evoluzione del VAR, una sorta di VAR 2.0 che porta l’occhio della tecnologia direttamente sul campo di gioco, in tempo reale. Non più un supporto a posteriori per gli arbitri umani, ma un vero e proprio “arbitro aumentato” che unisce il meglio dell’uomo e della macchina.

Un drone arbitro? Non lo so.

Il calcio ha già perso un po’ di poesia e umanità. Ed è un guaio, perchè prima di essere uno sport, il “gioco più bello del mondo” è una passione, un’emozione, un rito collettivo che unisce miliardi di persone in tutto il pianeta. Gli arbitri, con le loro personalità e i loro difetti, sono parte integrante di questa magia, nel bene e nel male. La differenza che passa tra un’epopea da narrare e un videogame.

Semmai dovesse esistere in futuro un drone arbitro, posso solo augurarmi chre la tecnologia non sostituisca l’uomo, ma lo aiuti a essere più giusto, più trasparente, più spettacolare. Che nel calcio le decisioni siano più precise e oggettive, ma che ancora abbia spazio per la bellezza, l’imprevedibilità, la follia che lo rendono unico e irresistibile.

Faccio il nostalgico? Magari poi troverei il buono anche in questo, magari poi ci sembrerà del tutto normale vedere un drone arbitro che volteggia sopra il campo. Del resto, come diceva un certo Pier Paolo Pasolini, “Il calcio è l’ultima rappresentazione sacra del nostro tempo”. E anche i riti sacri, a volte, hanno bisogno di evolversi per restare eterni.

L’articolo Un drone arbitro? Al calcio manca solo il VAR volante è tratto da Futuro Prossimo.

Concepts, calcio, design, drone 

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